Palermo, 90 giorni all'ex provincia per emanare il regolamento taxi - Live Sicilia

Palermo, 90 giorni all’ex provincia per emanare il regolamento taxi

Da 3 anni i tassisti monrealesi chiedono di potere lavorare anche fuori dal loro territorio
LA DECISIONE
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La città metropolitana di Palermo ha novanta giorni per predisporre un regolamento sui taxi in tutta l’area. Lo ha stabilito, con sentenza la prima Sezione del Tar Sicilia, dopo il ricorso dei tassisti di Monreale, che da tre anni chiedono di poter operare sull’intero territorio metropolitano di Palermo e non solo nel loro comune di appartenenza.

Stanchi di non essere ascoltati dall’amministrazione, i tassisti nel 2021 si sono rivolti allo studio legale Palmigiano e Associati, che si occupa di diritto del mercato e della concorrenza, e grazie all’assistenza degli avvocati Alessandro Palmigiano e Marco Cassata, hanno inviato una segnalazione all’autorità garante per la concorrenza ed il mercato, per chiedere che venisse accertata la sussistenza di una distorsione concorrenziale del mercato dei taxi, poiché la mancata adozione degli atti da parte dell’ente metropolitano non consentiva ai tassisti di Monreale di lavorare sull’intero territorio metropolitano, limitandone anche l’offerta all’utenza.

I legali hanno presentato una prima istanza alla città metropolitana di Palermo per porre rimedio alla situazione. In particolare facendo presente che, nonostante l’articolo 2 della legge regionale29/1996 prevede che “l”esercizio delle funzioni amministrative attuative, in materia di autoservizi pubblici non di linea in servizio di piazza, è delegato agli enti di amministrazione delle aree metropolitane, quella di Palermo non l’aveva mai attuato. Non ricevendo alcun riscontro formale, alla prima istanza ne è eseguita una seconda e contestualmente, l’Antitrust, durante la riunione dell’8 febbraio 2022, ha deliberato sulla vicenda, accogliendo la tesi di Palmigiano e Associati.

L’Autorità ha rilevato come la mancata adozione del regolamento metropolitano ha comportato una distorsione del mercato concorrenziale, nonché una riduzione della quantità e della qualità del servizio taxi nella città metropolitana di Palermo, evidenziando quindi la lesione degli interessi dei tassisti ma anche quella di interessi diffusi legati al buon funzionamento dell’attività amministrativa.


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