Lo scontro sulla commissione Bilancio finisce in Procura - Live Sicilia

Lo scontro sulla commissione Bilancio finisce in Procura

Forello e Argiroffi presentano un esposto
COMUNE DI PALERMO
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PALERMO – Da caso politico a caso giudiziario. La querelle sulla commissione Bilancio del comune di Palermo rischia di cambiare fisionomia e passare dall’essere uno scontro interno al consiglio comunale a divenire materia per gli inquirenti: Ugo Forello e Giulia Argiroffi, gruppo Oso, hanno infatti presentato un esposto alla Procura di Palermo sulla decadenza della Prima commissione di Sala Martorana (visto il momentaneo spostamento da piazza Pretoria) che da giorni tiene banco.

Una vicenda, lo ricordiamo, nata con le dimissioni dei componenti della maggioranza un attimo dopo l’approvazione del bilancio preventivo con l’obiettivo di silurare Forello, vicepresidente della commissione, ma che ha dato il via a un effetto domino che ha colto alla sprovvista lo stesso centrodestra. Il segretario generale ha considerato decaduto l’organismo, scatenando le ire di Forello e Argiroffi che hanno ribattuto citando sentenze e precedenti: a quel punto è iniziata la girandola di missive, convocazioni, diffide e mail di fuoco all’indirizzo anche dei dirigenti. La maggioranza si è trovata in difficoltà e alla fine la parola è passata all’ufficio di presidenza che oggi dovrebbe riunirsi per provare a trovare una soluzione.

Intanto però Forello e Argiroffi hanno presentato un esposto in Procura chiedendo di verificare eventuali reati come l’interruzione di pubblico servizio, l’abuso d’ufficio e il rifiuti di atti d’ufficio, tutti legati “al blocco e all’interruzione illegittima delle attività della Prima commissione da martedì 25 luglio a oggi”. “L’operazione politica ha quale unico e fondamentale scopo quello di escludere il gruppo Oso dalla ripartizione dei componenti – scrive Forello – e a seguito di quanto avvenuto è stato impedito al sottoscritto di convocare regolarmente per agosto, bloccando le attività della commissione”.

Il capogruppo di Oso punta il dito contro il segretario generale Raimondo Liotta, l’ufficio di presidenza, dirigenti e impiegati “che hanno di fatto impedito e continuano a impedire la convocazione della commissione, così determinando un’illegittima interruzione dei lavori”. Per Forello la commissione è regolarmente “in carica e con pienezza di funzione e poteri, non è mai decaduta e i consiglieri che si sono dimessi dovranno essere sostituiti”, con evidente riferimento a quelli di centrodestra, il che lascerebbe al proprio posto i rappresentanti delle minoranze. La tesi del gruppo Oso è che il quorum della commissione sia di tre componenti e non quattro e che la decadenza debba essere espressamente prevista dalle norme, senza ricorrere ad analogie.

Inutile dire che l’esposto è arrivato sulla testa del consiglio comunale come un fulmine a ciel sereno, inasprendo gli animi: il rischio è che la vicenda non si risolva in tempi brevi, privando il consiglio della sua più importante commissione e con il consuntivo ormai alle porte.


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