Palermo, spiragli per Cascio | Zamparini vuole i cinesi - Live Sicilia

Palermo, spiragli per Cascio | Zamparini vuole i cinesi

La proposta dell'italo-americano, così com'era stata esposta, lascia non poche incertezze.

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PALERMO – Se le dichiarazioni rilasciate da Maurizio Zamparini potevano assurgere a prova già abbastanza chiara, ora ecco che il ‘no’ è diventato praticamente ufficiale e inevitabile. Frank Cascio, con ogni probabilità, non diventerà il nuovo proprietario nonchè presidente del Palermo, e la motivazione è presto detta. L’offerta presentata dall’imprenditore italo-americano, come aveva già fatto chiaramente capire il patron del club di viale del Fante, non era sufficientemente valida per indurre il suo omologo friulano ad avviare la trattativa per il passaggio di proprietà della squadra siciliana dalle mani di Zamparini a quelle di Cascio. Una proposta insufficiente soprattutto sul piano economico e su quello della durata della transazione che avrebbe dato il via ad una nuova era per il club rosanero.

Nello specifico, Maurizio Zamparini avrebbe richiesto a quello che sembrava il candidato più credibile alla sua successione un trasferimento di denaro pari a 70 milioni di euro, con la possibilità di trovare un accordo intorno ai 50 milioni. Una cifra che Frank Cascio sembrava disposto ad investire per rilevare l’intero pacchetto azionario del Palermo, ma solo a determinate condizioni. L’offerta dell’ex manager nonchè amico di Michael Jackson consisteva in una prima tranche di 20 milioni da versare al momento della stretta di mano e della firma delle carte che certificavano il passaggio di proprietà, ma con la possibilità di venire meno all’accordo entro la fine del 2016. E i restanti 30 milioni? Qualora Cascio avesse deciso di proseguire la propria avventura al timone del Palermo oltre il giorno di san Silvestro, sarebbero stati versati con tranche da 10 milioni all’anno per tre anni, a meno che i rosa non sarebbero incappati nella retrocessione tra i cadetti.

Un’offerta davvero curiosa e particolare, che avrebbe rischiato di far cadere il calcio palermitano nell’oblìo nel caso in cui Cascio avesse prelevato il Palermo versando i primi 20 milioni, proseguendo la propria avventura in sella al club anche in avvio di 2017 per poi lasciare in caso di retrocessione in serie B sul campo. Una proposta che Zamparini, pur cercando in tutte le maniere di trovare un acquirente per il club, davvero non ha potuto accettare. In primis per una questione squisitamente economica, visto che sarebbe sceso dall’iniziale richiesta di 70 milioni alla certezza di vederne soltanto 20 nella peggiore delle ipotesi. Ma anche per non veder vanificati tutti i propri investimenti.

Provate ad immaginare, ad esempio, un Palermo senza padrone in caso di retrocessione al termine di questa stagione. Decine se non centinaia di milioni, ovvero quelli investiti da Zamparini fin dall’estate del 2002, mandati praticamente in fumo, con una squadra da riallestire per disputare un campionato cadetto, ammesso che sarebbe possibile iscriverla entro i tempi stabiliti e rispettando scadenze e versamenti da effettuare. Qualcosa che l’imprenditore friulano non ha potuto permettere, rendendo praticamente un bluff quello che, agli occhi di molti appassionati, stava ormai assumendo i contorni di un sogno, oppure della liberazione dal “mostro” Zamparini.


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