Palermo, macerie e visioni: il magico mondo di Orlando

Palermo, macerie e visioni: il magico mondo di Orlando

Siamo soddisfatti della situazione? Ma sui social...
TRA SOCIAL E REALTA'
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Il 27 ottobre si è rallegrato perché a Palermo si sta girando un altro film. Il 24 ottobre si è complimentato per i libri e la ‘Domenica Favorita’. Poi un saluto alle ‘Pink ambassador’ della Fondazione Veronesi. Poi ancora il corteo romano della Cgill. E lo slogan: ‘Lo Zen è Palermo, Palermo è lo Zen’ (purtroppo non è ancora così). E targhe commemorative. E mostre. Perfino una curiosa immagine in elmetto. E lo scatto celebrativo: “Insieme ad un gruppo di studenti americani, accompagnati dal professore tunisino Mounir Khalifa, in viaggio a Palermo per un soggiorno di studi che esaltano il valore della multiculturalità. Li ringrazio per la loro importante visita che conferma la città di Palermo polo internazionale di attrazione turistica e culturale”. Il profilo Facebook di Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, è tutto così. Un accappatoio azzurro, un bagno caldo, mentre fuori piove ed è un mondo freddo. Il castello della Bella Addormentata, senza la strega Malefica, né minacciosi arcolai. Una rotonda sul mare e il nostro disco che suona. Non ci sono la signorina Munnizza e le sue sorelle buche stradali a turbare i sogni del tormentato palermitano onnicomprensivo, né i fiumi d’acqua che corrono negli incubi del palermitano di Mondello. Tutto è letizia e perfezione. Tutto è bellissimo.

Non è strano. Nessuno che dichiari il suo amore a qualcuno premette: amami, ma sappi che faccio schifo. Nessuno che voglia vendere un’automobile aggiungerà: è probabile che si fermi tra duecento metri. Nessuno mercanteggia un tappeto persiano, rivelando che, in realtà, fu fabbricato in via D’Ossuna. Dice: ma che c’entra la politica con i venditori di tappeti? C’entra, caro lei, da quando hanno inventato il marketing come essenza di ogni cosa. Dunque, giammai si troverà un pubblico amministratore così masochisticamente onesto da ammettere i fallimenti, specialmente sui social, vetrina del prodotto e specchio della vanità. Tuttavia, il florilegio che campeggia nelle pagine del sindaco ha un che di mistico, perché è lì che si intravvede la sacralità della cosiddetta ‘visione’ mostrata ai profani che non se la meriterebbero. Viva, perciò, l’indulgenza.

E che cos’è la visione? Lo stesso Orlando, che l’ha inventata e ne detiene il copyright, ha fornito una traccia. A domanda – in che cosa consiste la visione? – rispose: “In una sintesi. Palermo, che è stata capitale del diritto, grazie alla lotta alla mafia e alle sue vittime, accogliendo la sofferenza dei migranti è diventata capitale dei diritti delle persone. Un sindaco rende tutti visibili, se sei invisibile, sei anche pericoloso”. Ognuno interpreti a piacere.

Ora, il tema che si pone, soprattutto in vista di Palermo 2022, è il seguente: questa visione è servita davvero oppure no? La città sfolgorante, dinamica, della bellezza e dei diritti, un po’ nascosta e irraggiungibile, contrapposta alla città del fetore, della sporcizia e dei disservizi, delle inchieste su Palazzo delle Aquile, dei Rotoli, ha aiutato la sua gemella irredimibile ad emendarsi? La risposta istantanea che quasi ogni cittadino darebbe, verosimilmente, ha la fisionomia di un secco no. Ed è qui che nasce la falsa diatriba, per esempio, che qualcuno ha inventato tra il soccorso delle persone migranti e la Munnizza, come se fossero in contrapposizione, come se non si potesse, al tempo stesso, accogliere e ripulire. Un gioco cinico. Che, però, ha trovato terreno fertile nello scoramento di chi, ogni giorno, ha vissuto la parte buia e consistente della realtà, estranea alla narrazione. Dov’è la vittoria se il corpo di Palermo puzza?

Spine, ahinoi, fastidiose nel calcagno della propaganda che un po’ offuscano quattro passi nella pagina social del sindaco, costruita come una epopea letteraria, con le cronache problematiche relegate alle occasionali minuzie, dove la visione regna tra meraviglie effettive, cosucce un po’ gonfiate e una retorica che non conosce ostacolo alcuno. E ti prende un mezzo capogiro davanti a quella figura con l’elmetto che qui mostriamo. C’è la guerra? E’ davvero il sindaco? E’ il film su Indiana Jones girato in Sicilia? E’ un altro film su Palermo che dimostra il percorso culturale etc etc…? Forse è soltanto un piccolo e involontario manifesto del clima di serenità in cui si svolgerà la prossima campagna elettorale. O magari è la premessa di una strategia geniale. La Munnizza non si arrende? Prendiamola a cannonate.


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