PALERMO – Si è avvalso della facoltà di non rispondere Alessio Salvo Caruso, considerato il braccio destro di Giancarlo Romano, boss emergente del clan di corso dei Mille assassinato allo Sperone lo scorso 26 febbraio.
Caruso è rimasto per giorni in coma con un proiettile nel cranio. Lo hanno operato e ora sta meglio. Il giudice per le indagini preliminari Lirio Conti si è recato nel reparto detenuti dell’ospedale Civico per l’interrogatorio di garanzia dove ad attenderlo c’erano l’indagato e l’avvocato Riccardo Bellotta.
Caruso è indagato per il tentato omicidio di Camillo e Antonio Mira, padre e figlio. Camillo Mira, a sua volta, del tentato omicidio di Caruso e dell’omicidio di Romano. Ci fu u regolamento di conti a pistolettate per le strade del quartiere. A Caruso vengono contestate anche le accuse di mafia e di estorsione aggravata nell’ambito dell’ultimo blitz a Brancaccio. C’era un duro scontro fra i Mira e i boss per la gestione delle scommesse clandestine.

