PALERMO – Secondo la Procura, sarebbe un giovane boss. Un volto emergente della nuova mafia anche se la difesa contesta la ricostruzione dell’accusa. Dallo scorso venerdì Sebastiano Giordano, 26 anni, è tornato libero per decorrenza dei termini di custodia cautelare.
Condannato in primo grado a 9 anni e 4 mesi, scarcerato dopo il deposito della motivazione della sentenza, arrestato su ricorso della Procura e ora di nuovo a piede libero.
La Corte di appello ha accolto l’istanza dell’avvocato Emilio Chiarenza. Questione legittima di calcoli, è passato troppo tempo dal giorno del suo arresto all’inizio del processo di secondo grado. Non si può abusare della carcerazione preventiva.
Il suo nome venne fuori nel blitz che svelò lo scontro per il potere a San Lorenzo fra Giulio Caporrimo (“Io sono Cosa Nostra”, diceva) e Francesco Palumeri, designato al suo posto durante la detenzione.
Ci furono due blitz denominati “Bivio” e “Bivio 2” tra il 2020 e il 2021 che colpirono le famiglie di Tommaso Natale, San Lorenzo, Partanna Mondello e Zen. Caporrimo era contrario al progetto di riconvocare la cupola di Cosa Nostra palermitana che nel maggio 2018 si è riunita in una palazzina a Baida.
Non riconosceva la figura di Palumeri, scelta da Calogero Lo Piccolo, figlio e fratello degli ergastolani Salvatore e Sandro, per reggere il mandamento.
Non metteva in discussione la decisione dei Lo Piccolo, ma non riteneva che Palumeri fosse all’altezza del ruolo. Un anno e mezzo fa le condanne di primo grado, poi la scarcerazione e il nuovo arresto. Ora Giordano seguirà a piede libero il processo di appello che lo vede imputato perché avrebbe ricoperto un ruolo rilevante nonostante la giovane età.
Gli sarebbe stato assegnato il compito di gestire gli affari criminali, pizzo incluso, a Sferracavallo. I capi sarebbero passati sopra anche la “macchia” del pentimento di due zii di Giordano.