Palermo, mafia ed elezioni: cartelle esattoriali stracciate per favorire il boss

Mafia, elezioni: cartelle esattoriali stracciate per favorire il boss

Nuove intercettazioni fra il politico Polizzi e il boss Sansone
NUOVO CAPITOLO
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PALERMO – Pizzo e cartelle esattoriali stracciate per favorire il boss. Si arricchisce di due nuovi capitoli l’inchiesta che ha portato in carcere il boss Agostino Sansone e Pietro Polizzi, candidato per Forza Italia al Consiglio comunale di Palermo. “Se sono potente io siete potenti voialtri”, diceva Polizzi a Sansone intercettato dai poliziotti della squadra mobile.

Polizzi è impiegato a Riscossione Sicilia. Da alcune recentissime intercettazioni agli atti dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido emergerebbe che il rapporto tra Polizzi e Sansone sarebbe andato oltre i voti per la campagna elettorale.

Si parla di rapporto corruttivo: Sansone avrebbe consegnato 1.500 euro a Polizzi affinché stracciasse una cartella esattoriale da 37.000 recapitata a Manlio Porretto, uomo di fiducia di Sansone e pure lui in carcere.

In altre occasioni Polizzi si sarebbe attivato per annullare delle cartelle dello stesso Sansone. Non era il solo rapporto di cui Polizzi sarebbe andato fiero quello con il boss dell’Uditore. C’è un’intercettazione in cui il dipendente di Riscossione Sicilia, parlando con la moglie, si sarebbe vantato per i rapporti con un detenuto al 41 bis. Faceva riferimento a Giuseppe Mannino, ma in realtà sbagliava perché Mannino non è non è ristretto al carcere duro.

Non è tutto. Recentemente è finito in carcere il boss del mandamento della Noce, Giancarlo Seidita. Quest’ultimo contattò Sansone per chiedergli il permesso di imporre il pizzo ad alcuni imprenditori. Sostanzialmente voleva evitare di pestare i piedi a Sansone che non solo lo avrebbe autorizzato, ma lo invitava a chiedere più soldi.

Perché un boss come Seidita avrebbe dovuto rivolgersi a Sansone? Secondo gli investigatori, l’episodio dimostrerebbe che Sansone aveva un ruolo superiore all’interno di Cosa Nostra. Un ruolo da fare pesare non solo all’Uditore, dove da sempre i Sansone, legati a Totò Riina, hanno gestito affari e potere.

Sansone ha fatto ricorso al Tribunale del Riesame e attende l’esito sull’istanza di scarcerazione. Porretto ha rinunciato al Riesame, mentre Polizzi non ha avanzato richiesta di scarcerazione.


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