Palermo, mafia ed estorsioni: le accuse non reggono, 11 assolti

Palermo, mafia ed estorsioni: le accuse dei pm non reggono, 10 assolti

Il tribunale di Palermo
Respinto il ricorso della Procura. C'è un condannato

PALERMO – Tutti assolti. La Corte di appello di Palermo respinge il ricorso della Procura al processo per mafia, estorsione e spaccio di droga da Tommaso Natale allo Zen. Una parte del processo in primo grado si era chiusa con pensanti condanne. Il processo di appello è ancora in corso.

La posizione degli assolti era stata stralciata per ragioni legate alla scadenza dei termini di custodia cautelare. L’unico condannato sotto processo era Fabio Chianchiano a cui la pena è stata ridotta da 12 a 8 anni. Scagionati anche in appello Baldassare Migliore (difeso dagli avvocati Tommaso De Lisi e Teresa Todaro), Francesco La Barbera (avvocato Pietro Piazza), Vito Scarpitta (avvocato Carmelo Ferrara), Tommaso Contino (avvocato Raffaele Bonsignore), Giuseppe Calvaruso (avvocato Rosanna Vella), Salvatore D’Urso (avvocato Raffaele Bonsignore), Salvatore Amato (avvocato Giuseppe Giambanco), Vincenzo De Lisi (avvocato Emanuele Manfredi), Sandro Diele (avvocato Rosanna Vella), Francesco Di Noto (avvocati Raffaele Bonsignore e Rosa Garofalo).

Per Baldassare Migliore, che tutti chiamano semplicemente Baldo, arriva una nuova assoluzione a fronte di una richiesta di condanna a 16 anni. Arrestato nel blitz dell’aprile del 2019 era stato scarcerato perché la Cassazione accolse il ricorso degli avvocati De Lisi e Todaro e annullò senza rinvio l’ordinanza di custodia cautelare. Migliore, infatti, ha assistito al processo a piede libero.

Migliore è entrato nelle principali inchieste della nuova Cosa Nostra. Nell’ultima indagine veniva descritto come una figura trasversale che partendo dall’Uditore sarebbe riuscito a muoversi anche negli altri mandamenti mafiosi. Il suo nome compariva anche nell’inchiesta dei carabinieri che nel 2008 bloccarono con il blitz Perseo la penultima rifondazione di Cosa Nostra. L’ultima è stata azzerata nel dicembre 2018. Migliore, però, fu assolto in un processo che ha perso dei pezzi per l’inutilizzabilità delle intercettazioni.


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