Palermo, la "guerra" dei rotoloni di carta. E intervennero i boss

Palermo, la “guerra” dei rotoloni di carta. E intervennero i boss

Una storia dalla città dell'abusivismo imperante

PALERMO – Nella Palermo dell’abusivismo – per strada si possono comprare dal pane ai detersivi – aumentano di giorno in giorno i “punti vendita” di rotoloni di carta. Ne sono spuntati a decine agli angoli delle strade nei quartieri popolari della città.

Il reggente di Brancaccio

A regolare il traffico e la concorrenza nella zona di corso dei Mille ci pensano i mafiosi. E se qualcuno piazza la bancarella senza autorizzazione persino i rotoloni diventano una faccenda di Cosa Nostra.

Giuseppe Arduino, tornato in carcere nei giorni scorsi dopo avere scontato una condanna per mafia, era intervenuto in favore dei familiari di Pietro Asaro che si trova detenuto agli arresti domiciliari. In alcune intercettazioni si diceva che Arduino, considerato il reggente mafioso a Brancaccio, “fa come un pazzo” ed era pronto a “prendere di petto” colui che aveva dato il via libera ad un ambulante per piazzarsi accanto al banchetto degli Asaro.

Il boss assassinato

Della vicenda fu investito anche Giancarlo Romano, boss emergente assassinato allo Sperone nel corso di un regolamento di conti per la gestione delle scommesse clandestine. “Smonta in tre secondi però in tre secondi leva tutte cose e non ti permettere più a metterti qua, ora mi faccio il giro se ti vedo nuovamente qua abbuschi”, disse Romano.

La mafia oggi è anche questa. E banchetti dei rotoloni proliferano. La filiera dall’ingrosso al dettaglio andrebbe studiata, come per tutte le altre merci in vendita nella Palermo dell’abusivismo.


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