Palermo, dal boss al latitante: giro di incontri senza colpevoli

Dal boss al latitante: vorticoso giro di incontri senza colpevoli

Ieri l'assoluzione. Chi sono i protagonisti di una frenetica stagione

PALERMO – L’assoluzione cancella il reato, ma la fotografia di una stagione di incontri resta a certificare che i boss si dessero un gran da fare.

La nuova cupola

Alcuni imputati ieri sono stati assolti dal giudice per l’udienza preliminare Giuliano Castiglia nel processo stralcio nato dall’inchiesta “Cupola 2.0” che ricostruì la convocazione della prima commissione di Cosa Nostra del dopo Riina. Tra gli assolti il capomafia Settimo Mineo, che ha presieduto l’assise mafiosa.

La pericolosità sociale

Non hanno violato la misura di prevenzione perché la pericolosità sociale non era stata valutata al momento della scarcerazione. La norma stabilisce che la condizione di un detenuto vada riesaminata una volta espiata la condanna. Il carcere ha un ruolo rieducativo, seppure sia una circostanza troppo spesso smentita dai fatti.

Scorrendo l’elenco degli imputati e delle persone che hanno incontrato viene fuori un vorticoso giro di incontri fra pregiudicati di elevato spessore criminale.

Nomi che contano

Ci sono il capomafia di Pagliarelli Settimo Mineo, il suo fidato braccio destro Salvatore Sorrentino, soprannominato lo studentino, Salvatore Milano componente di una delle famiglie più potenti di Porta Nuova, Vincenzo Cancemi dell’Uditore, Ottavio Abbate, uno dei tanti membri della famiglia che detta legge alla Kalsa, Antonino Augello, il boss di Villabate Francesco Colletti, il boss di Corso Calatafimi Filippo Annatelli, Giuseppe Sansone dell’Uditore, il boss del pizzo Enrico Scalavino della famiglia di Corso Calatafimi, il reggente del mandamento di Pagliarelli Giuseppe Calvaruso. Gioacchino Badagliacca, storico boss di Rocca Mezzomonreale, però assolto nel processo alla nuova cupola.

A spasso con i padrini

L’elenco prosegue con tanti altri nomi, tra cui spicca quello di Giuseppe Auteri, mafioso di Porta Nuova di cui non si hanno notizie da più di un anno. Dal 6 luglio scorso è latitante. Un vorticoso giro di incontri che certifica i contatti fra i boss, ma che in quel momento non rappresentò una violazione della misura di prevenzione che vieta i contatti fra pregiudicati.

È vero, sono stati assolti da questo reato ma per gli investigatori andare a spasso con i padrini (guarda le foto) è stato decisivo per studiare l’organigramma della nuova Cosa Nostra.


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