PALERMO – Di Giuseppe Auteri non c’è traccia. E neppure di Nicola Di Michele. Sono due i latitanti sfuggiti alla cattura nel blitz dei carabinieri a Porta Nuova. Sono trascorsi sette giorni, tanti per ipotizzare un allontanamento momentaneo.
La “fuga” di Auteri preoccupa di più. Si tratta di un personaggio con un pedigree mafioso. Amico di Gianni Nicchi e Francesco Arcuri, due cognomi che si sono guadagnati rispetto.
Di Michele, della cui irreperibilità si apprende oggi, avrebbe fatto parte della recente Cosa Nostra, assoldato a Porta Nuova. Si occupava soprattutto dei traffici di droga. Specializzato, secondo l’accusa, nell’approvvigionamento di hashish.
Era dentro le dinamiche mafiose se è vero ciò che racconta il collaboratore di giustizia Marcello Puccio. Sarebbe stato Di Michele a dirgli che l’anziano Calogero Lo Presti, appena scarcerato, pretendeva di comandare. Era una testa calda, ma alla fine riconobbe la supremazia di un altro Lo Presto: Tommaso, detto il lungo.