Mafia di Porta Nuova: via al processo con un grosso interrogativo

Mafia di Porta Nuova: via al processo con un grosso punto interrogativo

Il boss Massimo Mulè
Cosa chiede la difesa di Francesco e Massimo Mulè
UDIENZA PRELIMINARE
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PALERMO – Alcuni imputati saranno processati con il rito abbreviato. La difesa di Francesco e Massimo Mulè ha chiesto di dichiarare inutilizzabili gli atti di due anni di indagini. Si è svolta stamani l’udienza preliminare per gli imputati accusati di avere fatto parte della famiglia mafiosa di Palermo centro.

Rito alternativo, che prevede lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna, per Gaetano Badalamenti, Alessandro Cutrona, Antonino Pisano, Alessandro Adamo, Francesco Lo Nardo, Giuseppe Mangiaracina, Salvatore Gioeli, Simone Abbate, Salvatore e Giovanni Maddalena e Giuseppe Civiletti. Anche la difesa di Calogero Naso ha anticipato che farà richiesta di abbreviato. Saranno giudicati in ordinario Antonio Lo Coco, Giuseppe Campisi, Salvatore D’Atria, Giuseppe Castelli.

Gli avvocati Giovanni Castronovo, Marco e Valentina Clementi, e Silvana Tortorici, difensori dei Mulè, padre e figlio, hanno sollevato una questione davanti al giudice per l’udienza preliminare Rosario Di Gioia. I due imputati risultavano iscritti nel registro degli indagati nel 2020 e cioè un anno e mezzo prima del blitz datato dicembre 2022. Di quel fascicolo, secondo i legali, si sono perse le tracce. Se fosse ancora aperto una parte degli atti diventerebbe inutilizzabile. Il giudice deciderà alla prossima udienza.

Francesco e Massimo Mulè, boss di Porta Nuova, sarebbero tornati a comandare nella zona di Palermo centro. La loro base operativa è da sempre Ballarò. Padre e figlio avrebbero organizzato una squadra di gregari, uomini del racket e picciotti della manovalanza.


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