Palermo, summit mafioso nello studio del dentista

Summit mafioso nello studio del dentista: si indaga su un medico

Secondo l'accusa, "era consapevole delle questioni riservate"

PALERMO – Un incontro mafioso in un luogo insolito, lo studio di un dentista. Si indaga su un professionista che si sarebbe messo a disposizione dei mafiosi del mandamento di Resuttana. In particolare di Domenico Serio, fratello del reggente Nunzio, e Giovanni Cusimano di Partanna Mondello.

“ll dentista mi ha detto è venuto quello dice a venirla a cercare gli ho detto sì mio figlio me lo ha detto perciò mi dice a me domani verso le 11:00 dice lui è qua”, riferiva Cusimano a Gennaro Riccobono che gli avrebbe fatto da autista. “Vedi che interesse che ha”, diceva Riccobono sorpreso dell’intraprendenza del dentista.

L’incontro mafioso nello studio sarebbe avvenuto il 30 settembre 2022. “Il dentista era perfettamente consapevole delle questioni riservatissime che si stavano affrontando – annotano gli investigatori nell’atto di accusa del recente blitz antimafia -. Per garantirne la riservatezza impediva l’accesso all’attività imprenditoriale anche ad altri soggetti qualificati di Cosa nostra che occasionalmente giungevano presso lo studio medico durante la riunione”.

I carabinieri hanno monitorato quel giorno l’arrivo di Sergio Giannusa, già condannato per mafia e di nuovo arrestato qualche mese dopo. Il dentista lo avrebbe lasciato fuori dallo studio.

Fosse dipeso da Cusimano quell’incontro non sarebbe avvenuto. Durante un comune periodo di detenzione con Serio era stato chiaro: “… io ti ho detto a te che uscendo io faccio un’altra vita non voglio avere a che fare con nessuno”.

Le cose sarebbero andare diversamente. Cusimano è uno degli anziani arrestati dell’ultimo blitz dei carabinieri. Il 27 maggio 2023 si è incontrato a Mondello con un avvocato che, il giorno prima, gli aveva chiesto di vedersi anche solo “per cinque minuti”. Cusimano si fece accompagnare da Riccobono, che rimase in auto. Al suo ritorno l’anziano boss spiegava: “Il discorso è che i carabinieri mi tengono sotto”. Aveva saputo che le microspie erano piazzate “anche nella macchina di Gennaro”. Era tutto vero.


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