PALERMO – Secondo la Procura generale di Palermo, Mario Biondo si è suicidato. Il 15 ottobre scorso è stata avanzata una nuova richiesta di archiviazione dell’inchiesta sulla morte del cameraman palermitano avvenuta il 30 maggio 2013 nella casa di Madrid in cui viveva con la moglie Raquel Sanchez Silva.
Dagli account social nuove prove?
I legali della famiglia di Mario Biondo – sempre convinta che l’uomo sia stato ucciso – sono già al lavoro. Ci sarà certamente una nuova opposizione alla richiesta di archiviazione, come annuncia l’avvocato Carmelita Morreale. I consulenti di parte sono arrivati a conclusioni diverse dalla Procura generale e nelle prossime ore finalmente riceveranno dagli Stati Uniti le certificazioni che potrebbe servire a scoprire, così sostiene la famiglia, che qualcuno ha usato gli account social di Mario Biondo dopo la morte. Chissà se serviranno per la nuova valutazione del giudice per le indagini preliminari a cui spetta ora l’ultima parola.
Cosa dice la Procura generale
Sei mesi fa era stato proprio il gip a non accogliere la richiesta di chiudere il caso, ordinando nuove indagini. “Si ritiene che gli approfondimenti disposti dal Gip – si legge ora nella richiesta di archiviazione – sia sotto il profilo medico-legale, sia sul piano della ricostruzione fisico-meccanica, come pure le ulteriori indagini svolte d’iniziativa di questo ufficio, – si legge ancora – non hanno apportato elementi di novità in grado di superare l’originaria ipotesi di suicidio già formulata dall’autorità giudiziaria spagnola”.
Non fu omicidio
Ed ancora: “Nessun elemento consente invero di ipotizzare la fattispecie di omicidio doloso per cui si procede né, tantomeno, di identificare gli eventuali responsabili”.
Biondo fu trovato impiccato ad una libreria. L’inchiesta, a otto anni dalla tragedia, è sempre stata a carico di ignoti e dopo due richieste di archiviazione da parte della Procura era stata avocata dalla Procura generale, che ora ha proposto per la seconda volta di chiudere il caso come suicidio.
Le indagini difensive
Secondo le indagini difensive, commissionate alla Emme Team, Biondo non sarebbe stato solo in casa all’orario del decesso, ma qualcuno avrebbe anche usato la sua carta di credito in un locale notturno di Madrid, poco distante dalla sua abitazione, tra le 2:08 e le 2:53 del mattino.
La famiglia ha sempre sostenuto che Mario Biondo non aveva alcun motivo per togliersi la vita. Era gratificato umanamente e professionalmente. Si era da poco sposato con la conduttrice televisiva spagnola che, la notte del suo decesso non era in casa e si trovava in un’altra città.
Chi ha usato i social?
Secondo i consulenti di parte , Biondo avrebbe comunicato via Facebook con i fratelli e alle 00:48 uno dei suoi due dispositivi avrebbe agganciato il wifi e sarebbe dunque stato usato nell’appartamento, mentre il secondo smartphone sarebbe stato utilizzato nei dintorni dell’abitazione. Poi sarebbero stati nuovamente utilizzati in casa di Biondo alle 19 del 30 maggio, quando nell’abitazione erano presenti le forze dell’ordine. Anche su questo fronte la Procura generale sostiene di avere indagato senza giungere a risultati che possano provare la presenza di estranei in casa.
Per quanto riguarda la posizione del corpo: viene confermato che è compatibile con il suicidio e che la libreria poteva reggere il peso del corpo senza vita. Così’ come viene escluso che l’ematoma alla testa sia stato causato da un urto. Insomma, per la procura generale Mario Biondo si è suicidato. Ma i familiari continuano a pensarla in maniera diversa e sono “pronti a dare battaglia per fare emerger la verità”.