Palermo, offeso l'onore boss della droga: "Sono stati i catanesi"

Palermo, offeso l’onore dei boss della droga: “Colpa dei catanesi”

Un ammanco di soldi in contanti e i sospetti. Alla fine i calabresi si scusarono

PALERMO – Il legame fra i palermitani e i calabresi era forte. A metterlo a rischio furono i catanesi. Ci sono dei personaggi “non ancora identificati” nell’inchiesta che ha svelato l’asse fra i Fascella di Santa Maria di Gesù e i Barbaro di San Luca. Ventuno le persone arrestate nei giorni scorsi.

Soldi spariti

I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno intercettato Salvatore Fascella e Salvatore Orlando, insospettabile bancario in pensione, mentre discutevano di una delicata situazione. Erano stati consegnati oltre 87 mila euro in contanti ad alcuni corrieri catanesi per una partita di cocaina, ma ai calabresi era arrivata una somma inferiore rispetto a quella pattuita. I Barbaro si erano lamentati. Rischiava di saltare il patto che prevedeva di trasportare dieci chili di cocaina al mese a Palermo.

“Questione di dignità”

Fascella, che assieme al gemello Giuseppe aveva la base operativa nel rione Guadagna, rispondeva per le rime: “Noo, non mi interessa e non mi riguarda… a noi altri non ci interessa… la dignità è la prima cosa… ci interessa il rispetto che noi abbiamo come un fatto d’onore… per me noi siamo una famiglia”.

Concetto che Orlando aveva ribadito ai Barbaro: “Gliel’ho detto… siamo tutti una cosa”. In un successivo passaggio lo stesso argomento era affrontato dalla compagna di Orlando, un’altra insospettabile: Veronica Cusimano, la quale spiegava: “… infatti io gli ho detto… quando all’inizio ha mandato… non facciamo che Totò… ha sbagliato… no, io gli ho detto a Salvo (Salvatore Orlando ndr)… si gira Salvo e dice vedi che Totò (Salvatore Fascella ndr) me li ha contati davanti a me… quindi non ha potuto sbagliare”.

“Vi prego di accettare le scuse”

Salvatore Fascella iniziava a perdere la pazienza: “… sono cinque anni che facciamo questo lavoro tutto bello…”. Giuseppe e Pasquale Barbaro nel marzo 2021 hanno partecipato ad una riunione a Palermo. C’erano i rispettivi figli, Francesco e Rocco Pio, i fratelli Fascella, Cusimano e Orlando. I Barbaro capirono: “Mi dovete scusare, vi chiedo umilmente scusa di quello che è successo… vi prego di accettare le scuse però ho dovuto fare così per avere la certezza”.

Chi sono i catanesi? Nel blitz sono stati coinvolti Giovanni Mirabella e Francesco Reitano, ma non sono loro i corrieri a cui si fa riferimento. Ci sono altri personaggi ancora non identificati.


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