Palermo, ora è assedio a Orlando | Le opposizioni tentano la spallata - Live Sicilia

Palermo, ora è assedio a Orlando | Le opposizioni tentano la spallata

Dopo gli arresti, i rivali del sindaco hanno fiutato la difficoltà e sembrano non voler mollare la presa.

L'inchiesta sull'Edilizia privata
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PALERMO – Stavolta la grana sembra più seria. Le opposizioni, almeno stando a queste prime battute, hanno puntato Leoluca Orlando con decisione. E se dovessero insistere con tenacia sulla vicenda dell’inchiesta che ipotizza l’esistenza di una cricca operante nell’evergreen “affari & cemento” attorno al Comune di Palermo, la faccenda potrebbe alla lunga logorare il sindaco.

Lo scenario che i pm palermitani ritengono di avere scoperto rimanda a stagioni dal sapore cianciminesco e tocca troppo da vicino l’amministrazione della mai sopita retorica della Primavera legalitaria per non essere visto dagli avversari del Professore come un sapido boccone su cui avventarsi e da sfruttare fino all’ultimo.

Orlando ha reagito, ha sostituito il vecchio compagno di viaggio Emilio Arcuri, ha risposto colpo su colpo con leonina combattività (qui le sue parole). Ma oggi appare accerchiato, se non addirittura assediato. In consiglio comunale, le opposizioni hanno fatto quadrato, trovando una convergenza su un documento comune (qui l’articolo) da cui è rimasta fuori solo Forza Italia. Si è chiesto a Orlando di riferire in aula a Palazzo delle Aquile e si è sollecitato anche un intervento della commissione Antimafia dell’Ars. Quella commissione apparsa molto solerte in questi due anni a tuffarsi lì dove si levava il tanfo della corruzione. Anche i 5 Stelle dell’Ars hanno chiesto che l’organo parlamentare si muova per andare fino in fondo al caso Palermo, convocando Orlando. Claudio Fava, presidente della commissione, assumerà con gli altri commissari delle iniziative nei prossimi giorni. Fava, che si lanciò nell’agone politico proprio con la Rete di Leoluca Orlando, ai tempi del “sospetto anticamera della verità”, dovrà convocare il vecchio compagno politico per porre domande scomode, prima tra tutti “come è potuto accadere?”. E sì, è vero che c’è un’inchiesta penale in corso, ma questo difficilmente potrà esimere la commissione dal sentire il sindaco. Magari, si cercherà di allargare il raggio d’azione mettendo insieme altri casi (c’è l’imbarazzo della scelta), perché i tutto non appaia come un mettere alla sbarra l’amministrazione Orlando, ma su questo bisognerà capire gli intendimenti delle altre forze politiche presenti in commissione. I 5 Stelle si sono già pronunciati. “Vanno sentiti in audizione il sindaco Leoluca Orlando, la giunta, i consiglieri comunali, i funzionari e quanti altri possano fornire informazioni per capire meglio con quali anomalie procedurali si sia giunti a quello che potrebbe essere l’ennesimo ‘sacco’ edilizio per Palermo”, hanno detto i grillini Antonio De Luca e Roberta Schillaci. La Lega, che per Orlando dopo le infinite polemiche con Salvini nutre sentimenti tutt’altro che amicali, ha rilanciato invocando l’intervento del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese (qui l’articolo). E in effetti, il coinvolgimento nell’inchiesta di alti burocrati e consiglieri comunali, è un elemento che altrove in Sicilia ha portato a conseguenze estreme nella vita degli enti locali. L’inchiesta palermitana è ancora in corso (qui gli ultimi sviluppi) e bisognerà attendere per conoscerne gli sviluppi e il livello di coinvolgimento di politica e burocrazia. Intanto, quel che si conosce, è bastato a un pezzo da novanta del Pd come Antonello Cracolici per dire che “dentro il Comune di Palermo si è abbassata l’asticella della soglia di legalità”.

In questo quadro, i leghisti Candiani e Gelarda hanno invitato Orlando a togliere il disturbo, così come l’eterno rivale Fabrizio Ferrandelli, che ha invocato le dimissioni del sindaco. Insomma, agli avversari del Professore non mancano le frecce all’arco per assediare Palazzo delle Aquile. E questo potrebbe ulteriormente complicare il già travagliato cammino di questa seconda parte di sindacatura. Dalle grane, eterne e drammatiche, sui rifiuti, alle bacchettate sul trasporto pubblico, alla giunta orlandiana oggi resta in mano lo scalpo della ztl notturna e poco altro. E nel Palazzo, all’improvviso, si è cominciato a parlare di Palermo anche in prospettiva elettorale.


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