I carabinieri sono in possesso del pizzino della droga. Vi sono annotati la contabilità degli affari e soprattutto i nomi della rete di spacciatori agli ordini di Giuseppe Incontrera, il boss assassinato nei giorni scorsi alla Zisa.
Il pizzino è stato sequestrato il 19 aprile 2021 a Benito Chiovaro. Alcuni nomi sono stati identificati, su altri si indaga ancora.
I pusher sono citati solo per nome. A volta si usa il nomignolo: “Tanino, Teto, Standa, Andrea, Cazzo duro, Gemello, Sergio, Giovanni, Cacato, Riccardo, Tonino, Lallà”. Accanto ad ogni identità la droga consegnata, i soldi ricevuti e lo “sgubbo”. E cioè il guadagno.
I carabinieri del Nucleo Investigativo avevano arrestato qualche giorno prima Nicolò Di Michele (che ora è latitante). Nostante fosse finito ai domiciliari avrebbe continuato a gestire la piazza.
Il compito di raccordarsi con i pusher sarebbe stato affidato a Christian d’India.
Quella mattina di aprile D’India incontrò prima Giuseppe Giunta, piazzato dagli investigatori in alto nella gerarchia, e poi Giuseppe Incontrera, che guidava la macchina dello spaccio.
Qualche minuto dopo, in sella a uno scooter, arrivò anche Chiovaro all’appuntamento. Quando andò via i carabinieri decisero di seguirlo. Lo fermarono al Capo. Aveva addosso il pizzino che li ha aiutati a ricostruire gli affari della droga. Solo in parte, però. C’è ancora tanto lavoro fa fare.