Palermo, politica in fermento: valzer di cambi al Comune

Palermo, politica in fermento: valzer di cambi al Comune

La nuova Dc in espansione, le possibili reazioni degli alleati
LE TRATTATIVE
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PALERMO – Vacanze sì, ma non per tutti. A pochi giorni dal Ferragosto il comune di Palermo si prepara alla pausa estiva, anche se sottotraccia la politica sembra in pieno fermento con i partiti di maggioranza impegnati in una serrata competizione. L’appello del sindaco Roberto Lagalla a tenere le bocce ferme fino al’approvazione del bilancio di previsione è stato rispettato, al netto del passaggio del consigliere Salvo Di Maggio dalla Lega alla nuova Dc, e adesso l’attenzione si è spostata sul bilancio consuntivo che si discuterà in consiglio comunale tra fine agosto e inizio settembre.

Un passaggio politicamente delicato, visto che il via libera alla manovra sbloccherà una spesa milionaria fatta di investimenti e assunzioni, e per questo l’ex rettore ha chiesto ai partiti di maggioranza di temporeggiare ancora, evitando cambi di casacca che potrebbero creare fibrillazioni alla coalizione; gli alleati avrebbero acconsentito, ma questo non significa che le grandi manovre si siano fermate. Una partita che si lega a quella del possibile rimpasto di giunta che molti continuano a chiedere con insistenza, incontrando la ritrosia di Lagalla.

Nuova Dc in fermento

Come detto, il primo colpo è stato messo a segno dalla Nuova Dc con l’arrivo di Di Maggio: segno di una politica “espansionistica” che non è iniziata adesso e che potrebbe non finire qui. Meno di due mesi fa era toccato a due consiglieri della Settima circoscrizione passare con Totò Cuffaro, ossia il vicepresidente Fabio Costantino e Gabriella Ganci, eletti nelle liste di Fratelli d’Italia; uno “sgarbo” che i meloniani non avrebbero gradito e che è rimasto quasi sotto silenzio, pur lasciando qualche cicatrice nella coalizione che sostiene Lagalla a Palazzo delle Aquile. A luglio è toccato a Di Maggio, ma l’operazione potrebbe non essere finita qui: gli occhi sono puntati sulla consigliera Giovanna Rappa, eletta nella lista del sindaco e presente alla riunione tenuta da Lagalla e Faraone al teatro Massimo per battezzare il nuovo partito, il cui marito è un dirigente della nuova Dc, mentre pare destinato a rimanere accanto all’ex rettore il vicepresidente Giuseppe Mancuso.

Le contromisure degli alleati

L’attivismo dei cuffariani non ha fatto fare salti di gioia agli alleati che adesso pensano alle contromisure: nel 2024 si voterà per le Europee e, probabilmente, anche per le Provinciali e nessuno vuole arrivarci impreparato. Forza Italia potrebbe ufficializzare a breve l’adesione del consigliere Salvo Alotta, mentre Fratelli d’Italia potrebbe varare un’operazione più vasta: in Seconda circoscrizione, per esempio, danno ormai per certo l’arrivo del presidente Giuseppe Federico, ex miccicheiano che già dal 2017 fa asse con la consigliera Teresa Leto nel frattempo approdata in Fdi e che gli ha aperto la strada. Ma il colpo più clamoroso potrebbe essere il passaggio tra i meloniani dell’assessore Andrea Mineo e del consigliere comunale Natale Puma, attualmente in Forza Italia anche se da separati in casa.

L’attivismo di Fratelli d’Italia

Dai diretti interessati arrivano solo smentite e neanche il partito conferma, ma le voci corrono e da ore al Comune non si parla d’altro, anche per via di una fotografia pubblicata su Facebook che ritrae insieme Mineo e il vicesindaco Carolina Varchi. Uno scatto che ha provocato una ridda di illazioni e che ha messo in fermento i partiti, con i telefoni di Palazzo delle Aquile diventati roventi. Non è un mistero che Mineo e Puma siano in rotta di collisione con Fi e il passaggio alla Lega, ipotizzato qualche tempo fa, non si è mai concretizzato anche per la difficoltà di garantire due posti in giunta. Discorso diverso per Fdi che da mesi, di fronte alle richieste azzurre di rimpasto, fa presente la necessità di rivedere la geografia delle poltrone della coalizione: Forza Italia ha incassato tre assessori, la presidenza del consiglio, due presidenze di partecipate e l’amministratore delegato di Gesap mentre Fdi ha dovuto “accontentarsi” di tre posti in giunta (tra cui il vicesindaco) e la promessa di una prelazione su Amap e Amg gas. Una spartizione che in Fdi faticano a digerire e che quindi, nei ragionamenti del partito, potrebbe anche giustificare un quarto posto da assessore.


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