PALERMO – Questa mattina, a pochissimi giorni dalle amministrative, è finito in manette Pietro Polizzi, candidato al consiglio comunale di Palermo con Forza Italia. Polizzi, secondo le indagini della polizia, avrebbe trovato parlato con il costruttore Agostino Sansone, fidato di Totò Riina, e avrebbero trovato l’accordo per il voto di scambio. In seguito all’arresto sono arrivate diverse reazioni dalle forze politiche.
Carmelo Miceli: “Ai cittadini chiedo di meditare sul voto e fare attenzione”
“Con tutto il rispetto per il garantismo, in questa campagna elettorale i candidati non sono tutti uguali. A noi la mafia fa talmente schifo che non abbiamo alcun dubbio o difficoltà nel dire, a chiare lettere, che non cerchiamo e non vogliamo i voti dei mafiosi. Gli altri, invece, mostruosamente continuano a farlo ancora, mostrandosi disponibili, pur di arrivare a conquistare uno scranno, a riportare la città di Palermo sotto il controllo di cosa nostra. Pronti a farsi strumento di un controllo mafioso in grado di condizionare e mortificare qualsiasi aspettativa, qualsiasi diritto”. Lo dice Carmelo Miceli, deputato del Pd e candidato al consiglio comunale di Palermo dopo gli arresti di oggi per scambio elettorale politico-mafioso. “È per questo – aggiunge Miceli – che chiedo ai cittadini di meditare sul voto e di farlo con attenzione. Il 12 di giugno, con una matita e una scheda elettorale tra le mani, avete il potere di decidere se Palermo è quella che ‘non vede, non sente e non parla’ o quella che si ribella e sceglie di essere libera”.
Ferrandelli: “La notizia fa venire i brividi, vicenda gravissima”
“La notizia dell’arresto di un candidato di Forza Italia al consiglio comunale per scambio mafioso fa venire i brividi. Si tratta di una vicenda gravissima, che rigetta malamente Palermo al centro delle cronache nazionali – dichiara il candidato sindaco Fabrizio Ferrandelli – . È la certificazione di quello che dico da settimane: c’è un sistema opaco che ha provato a camuffarsi per provare a rimettere le mani sulla città, gestirne processi e, soprattutto, intercettare i fondi del Pnrr. C’è una sfida finale tra la legalità e l’illegalità: per questo – continua Ferrandelli – chiedo a tutti i palermitani che non vogliono vedere di nuovo la nostra città tornare alla stagione delle collusioni e del malaffare, di mobilitarsi in maniera straordinaria. Con il voto di domenica dobbiamo respingere l’assalto mafioso. Lo dobbiamo alla memoria di Falcone e Borsellino, di cui quest’anno celebriamo i 30 anni dalle stragi in cui persero la vita – conclude Ferrandelli – . Lo dobbiamo alle vittime di mafia. Lo dobbiamo a chi ha subito e subisce pizzo, soprusi e angherie. Lo dobbiamo ai nostri figli, che devono crescere in una Palermo libera. No alla mafia. Sì alla alla legalità”.
Articolo Uno: “Cosa nostra vuole rimettere le mani su Palermo. Lagalla non se la caverà con qualche frasetta”
“Gli arresti di questa mattina del candidato al Consiglio Comunale di Forza Italia Pietro Polizzi e del boss Agostino Sansone confermano la volontà di Cosa nostra di rimettere le mani sul Comune di Palermo”. Lo afferma Mariella Maggio, segretaria provinciale di ArticoloUNO. “Confermano soprattutto – sottolinea Mariella Maggio – che l’allarme lanciato da settimane dai progressisti palermitani è più che fondato. No, la nostra non è stata speculazione politica, come incautamente ha protestato Roberto Lagalla. E il candidato sindaco della destra non pensi ora di cavarsela con qualche frasetta di circostanza contro la mafia, salvo polemizzare subito dopo con chi ha segnalato il rischio che la nostra città torni indietro di decenni, ai tempi di Vito Ciancimino e del sacco di Palermo. Riconosca piuttosto gli errori commessi – conclude la dirigente di Art1 – accettando di buon grado certi equivoci endorsement alla sua candidatura, dando così l’impressione che era arrivato il momento del ‘tana liberi tutti’. Errori così a Palermo non ce li possiamo permettere”.
Nicola Morra: “Tutto cambia affinché nulla cambi”
“La Polizia ha arrestato questa mattina per scambio elettorale politico-mafioso Pietro Polizzi, uno dei candidati di Forza Italia al Consiglio Comunale di Palermo alle elezioni che si terranno domenica prossima. Secondo la Procura, per essere eletto Polizzi avrebbe stretto un patto con i boss dell’Uditore, i costruttori Sansone, storici alleati del capomafia Totò Riina che ospitarono il padrino di Corleone in una delle loro ville nell’ultimo periodo della latitanza. Polizzi, ex consigliere provinciale, eletto all’epoca nell’Udc, viene ritenuto un esponente politico di spicco nel contesto palermitano“. A scrivevo su Facebook è il senatore Nicola Morra. “Agli arresti è finito anche Agostino Sansone, fratello di Gaetano, proprietario della villa di Via Bernini in cui Riina passò gli ultimi mesi di libertà prima dell’arresto nel 1993, e un suo collaboratore. Contro l’aspirante consigliere comunale ci sarebbero alcune intercettazioni ambientali che hanno indotto la Procura a chiedere la misura della custodia cautelare in carcere. Conversazioni dalle quali emergerebbe con chiarezza il “patto elettorale” stretto tra l’esponente di Fi e Sansone. Tutto cambia – conclude Morra -, affinché nulla cambi…”.
Franco Miceli: “Nessuno si dica sorpreso. L’ambiguità di Lagalla oggi si manifesta”
“Gli arresti di stamattina dimostrano la fondatezza delle nostre preoccupazioni sull’infiltrazione della criminalità organizzata nelle elezioni amministrative dei prossimi giorni. Nessuno si dica sorpreso, perché se si sdogana il supporto politico da parte di soggetti già condannati per reati connessi alla mafia, è naturale che in quella proposta politica trovino spazio metodi e sistemi che sono quelli che hanno già inferto ferite indicibili alla nostra città”. Lo dichiara il candidato del centrosinistra a sindaco di Palermo, Franco Miceli, sull’inchiesta per voto di scambio. “L’ambiguità di Lagalla – continua Miceli, riferendosi al candidato a sindaco del centrodestra – oggi si manifesta: il re, come si dice, è nudo. E non basteranno delle frasi di circostanza espresse con malcelato imbarazzo a mascherare la realtà. Abbiamo il dovere di proteggere i miliardi del Pnrr e dei fondi europei dagli interessi scomodi e dalle spartizioni mafiose”. “A questo punto – conclude Miceli – la preoccupazione è che non sia un caso isolato: Palermo resisterà a tutto questo, non può avere un sindaco che diserta il 23 maggio e che rappresenta l’alfiere del ritorno ai tempi bui della città di Palermo. Lagalla tragga le opportune conclusioni”.
Lagalla: “La mafia e le sue ramificazioni stiano lontane dalla mia porta”
“Un plauso alla procura della Repubblica per la celerità delle indagini segno di un impegno attento a tutela della libertà del voto, che rappresenta la più alta espressione democratica del nostro Paese. Confido che la giustizia possa essere altrettanto celere nello stabilire processualmente le eventuali responsabilità”. Così il candidato sindaco di Palermo del centrodestra Roberto Lagalla commenta l’operazione che ha portato all’arresto di un candidato di Forza Italia al consiglio comunale di Palermo. “Tenere alta l’attenzione contro ogni tipo di ingerenza della mafia – prosegue – è un imperativo categorico, perché il rischio è che si insinui nelle maglie larghe di chi cerca scorciatoie, di certo non richieste. La mafia e le sue ramificazioni stiano lontane dalla mia porta, non troveranno mai alcuna accoglienza, saranno accompagnate immediatamente e senza tante gentilezze alla Procura della Repubblica”.
Catania: “Si rischia un ritorno nel più buio passato”
“Palermo rischia un ritorno nel più buio passato, i fatti parlano da soli. L’arresto per voto di scambio di ieri di un candidato al Consiglio comunale in quota Fi, sullo sfondo il patto con la famiglia mafiosa vicina a Totò Riina, è la conferma dell’aria che tira alla vigilia del voto in città. Palermo corre il pericolo di precipitare di nuovo nel baratro dell’illegalità” a dichiararlo è l’assessore alla mobilità Giusto Catania. “Sembra che la cura di anticorpi antimafiosi adottata dalla politica negli ultimi anni stia esaurendo la sua efficacia. Occorre immediatamente reagire per ripristinare le difese immunitarie contro illegalità e organizzazioni mafiose, allontanando dall’agone politico impresentabili condannati per mafia”.
Rompi il sistema: “Palermo ha combattuto la mafia con il sangue. Noi stiamo con la gente onesta”
“La notizia dell’arresto del candidato di Forza Italia al consiglio comunale di Palermo fa davvero pensare. Non si può, ancora oggi, parlare di voto di scambio politico-mafioso soprattutto in una città come la nostra, Palermo, che ha combattuto con il sangue per far sì che la mafia venisse sconfitta. Uno dei sistemi da rompere è quello mafioso. Perché questo ci dimostra che la mafia c’è. È qui, in ogni dove – dichiarano i componenti della lista ‘Rompi il sistema’ a sostegno del candidato Fabrizio Ferrandelli -. Un pezzo della classe politica fa finta di niente, un altro ne nega l’esistenza. Un altro ancora ne è convivente, come dimostrato. Quel sistema lo rompiamo iniziando da una cosa molto semplice: parlandone e denunciandolo. Poi si agisce con la trasparenza. Poi ancora facendo quadrato, come istituzioni, attorno a chi la mafia la ripudia ogni giorno a proprio rischio e pericolo. Si prendono di peso le istituzioni e si mettono diametralmente dall’altra parte. Spaccatura netta, definitiva. Noi – concludono i candidati al consiglio comunale – stiamo di qua, con la gente onesta, con la gente che si fa il mazzo. Con la gente che dice no. Noi rompiamo questo sistema”.
Aiello: “Segnale preoccupante, non possiamo tornare indietro”
“L’arresto di stamattina a Palermo di un candidato di Forza Italia al consiglio comunale che avrebbe stretto un patto con alcuni boss in cambio del sostegno elettorale, è un’ulteriore segnale preoccupante di come Cosa Nostra tia provando concretamente ad infiltrarsi nella gestione del Comune di Palermo”. Lo afferma Davide Aiello, deputato M5S in commissione Antimafia. “Non possiamo permettere che a trent’anni dalle stragi del ’92 Palermo torni indietro nel contrasto alla criminalità organizzata. Lagalla, candidato sindaco sostenuto da uomini come Dell’Utri e Cuffaro, sarà sicuramente una brava persona ma sta mandando segnali terribili. L’appoggio politico di questo genere significa portare indietro l’orologio della storia. Paolo Borsellino diceva che mafia e politica o si combattono o si mettono d’accordo. Con il Movimento 5Stelle sarà sempre contrasto senza se e senza ma”, conclude.
Di Paola: “Bomba a ridosso delle urne”
“Gli arresti delle ultime ore sono una bomba a ridosso delle urne e non possono non turbare le coscienze dei palermitani a qualche giorno dal voto che può decidere le sorti di Palermo e del loro futuro per i prossimi anni”. Lo afferma il capogruppo del M5s all’Ars, Nuccio Di Paola, sull’operazione su voto di scambio a Palermo. “Premesso che tutti devono essere considerati innocenti fino al terzo grado di giudizio – aggiunge – fatti del genere devono però indurre nei cittadini profondissime riflessioni per evitargli di fare scelte sbagliate che rischiano di farci ripiombare in un nano secondo nella Sicilia di 30 anni fa. Tentare di vincere le elezioni è un fatto lecito e perfino dovuto – continua Di Paola – farlo senza passare ai ‘raggi x’ dal punto di vista etico chi ci si mette accanto non lo è affatto. Il M5s, nato anche per combattere la mafia e i comportamenti opachi nella gestione della cosa pubblica, è sempre stato severissimo nella scelta dei candidati, sarebbe auspicabile che lo fossero anche le altre forze politiche. Gli interessi economici in campo in questo periodo, per via degli innumerevoli fondi che stanno arrivando al Sud e alla Sicilia, sono enormi e – chiosa Di Paola – non possiamo assolutamente permettere queste risorse vengano gestite da mani sbagliate”.
Cancelleri: “Avevamo già mostrato i nostri timori”
“La questione etica in politica, di cui abbiamo discusso nei giorni scorsi mettendo in evidenza i nostri timori a proposito del clima pesante attorno alle elezioni amministrative, oggi riemerge con la forza deflagrante degli arresti di stanotte grazie alle indagini della Procura di Palermo”. Lo afferma il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, sull’operazione per voto di scambio a Palermo. “Ancora una volta – aggiunge – gli inquirenti sono arrivati prima della politica. Di certa politica che non vuole rinunciare a compromessi prestandosi pesantemente agli interessi criminali. Un grave fatto che, a pochi giorni dalle elezioni a Palermo, deve fare riflettere i cittadini che andranno a votare, con responsabilità. Non possiamo e non dobbiamo permettere a queste figure di far ripiombare la città di Palermo a 40 anni fa”.
Cancelleri: “Palermo ripiomba nello sconforto”
“La notizia dell’arresto di un candidato di Forza Italia al consiglio comunale per scambio politico-mafioso fa ripiombare Palermo nello sconforto. Intorno ad un candidato sindaco non possono celarsi ombre che mettano in discussione l’integrità morale e l’etica pubblica. La coalizione che sostiene Lagalla è formata, in parte, da persone che hanno subito gravi condanne e che non hanno rinnegato il proprio passato”. A scrivevo sul proprio profilo Facebook è Giancarlo Cancelleri sottosegretario di Stato al Ministero delle infrastrutture. “Palermo non può tornare alla stagione delle collusioni e del malaffare. La Sicilia non può permettere la conferma di un sistema opaco che prova a camuffarsi per rimettere le mani su questa meravigliosa terra. Abbiamo il compito di proteggere non solo i miliardi del PNRR, ma soprattutto le coscienze oneste di tanti cittadini dagli interessi e dalle spartizioni mafiose. Piuttosto – continua Cancelleri – chi appoggia politicamente il candidato di centro destra dovrebbe spiegare come intende rilanciare Palermo, come vuole investire le ingenti risorse che stanno arrivando e soprattutto come intende riportare la città fuori dalle innumerevoli emergenze che vive. Il 12 giugno i palermitani dovranno decidere a chi mettere in mano le risorse che possono e devono rilanciare la città, se alla nostra coalizione oppure alla loro. Noi non ci stancheremo mai di lavorare per il bene della nostra Isola. Lo dobbiamo ai parlermitani – conclude il sottosegretario di Stato al Ministero delle infrastrutture – , a tutti i siciliani, che devono crescere e vivere in una Sicilia libera”.
Schifani: “Il nostro partito ha sempre combattuto la mafia”
“Al coro di interessate dichiarazioni dei nostri avversari politici sulla trasparenza delle candidature di Forza Italia al comune di Palermo, ricordiamo che il nostro partito la mafia l’ha sempre combattuta in prima linea, con i fatti: le leggi antimafia dei governi Berlusconi sono lì a dimostrarlo”. Così il senatore di Forza Italia e ex presidente del Senato Renato Schifani commentando l’arresto di Pietro Polizzi, candidato nella lista di Forza Italia al consiglio comunale di Palermo, con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso. “Questo – prosegue Schifani – è un dato incontestabile, del quale andiamo fieri. E continueremo a batterci, con determinazione, contro la criminalità organizzata. Condivido perciò in pieno la scelta del nostro coordinatore regionale Gianfranco Micciché di far costituire Forza Italia parte civile in caso di rinvio a giudizio di Polizzi, nei confronti del quale, peraltro, al momento della candidatura non risultava alcuna condanna, né indagini di dominio pubblico pregresse o in corso”.
Fratoianni: macigno su elezioni
“Pietro Polizzi, candidato di Forza Italia al consiglio comunale di Palermo è stato arrestato questa mattina per scambio elettorale politico mafioso. Un macigno sulla campagna elettorale palermitana, che getta nuove ombre sul candidato della destra Laa, nelle cui liste a sostegno già comparivano i nomi di Totò Cuffaro e Marcello Dell’Utri”. Lo scrive su Facebook il segretario nazionale di Sinistra italiana Nicola Fratoianni. “Sconvolge quanto certi individui detengano ancora nelle proprie mani – prosegue il leader di Si – il potere e l’agibilità politica di rappresentare politicamente pezzi di una società malata, che tanto dolore ha provocato a quella terra e non solo. La realtà ci ricorda così tutta l’attualità della questione morale e la necessità che sia la politica a farsi avanguardia di questa istanza. Un ruolo a cui, da tempo, si è sottratta”. “Palermo merita di meglio, ne sono certo. Per questo – conclude Fratoianni – mi auguro che cittadine e cittadini sappiano sceglie
Boccia: “Lagalla si accorge della mafia il giorno dopo”
“Chi ambisce a fare il sindaco di Palermo non può dire non conosco un candidato di una lista che ha firmato. Queste erano le scuse penose che venivano rappresentate nei momenti più tragici della storia palermitana. Non aver preso le distanze dalla cultura mafiosa rappresentata da molti suoi sostenitori è stata per Lagalla una scelta di campo. Oggi dice che non conosceva Pietro Polizzi, domani cosa dirà? Che non conosceva quelli che hanno avvicinato l’amministrazione per un appalto o per un servizio pubblico? Palermo ha bisogno di posizioni nette. O si sta di qua con la storia di Falcone e Borsellino e del riscatto sociale di Palermo o di là con chi non ricorda e non conosce”. Così Francesco Boccia, deputato PD e responsabile Regioni ed Enti locali della Segreteria nazionale. “Le notizie che arrivano da Palermo fanno rabbrividire, arrestato per scambio elettorale politico-mafioso uno dei candidati di Forza Italia che sosteneva la candidatura a sindaco di Roberto Lagalla. Conosco bene Palermo e mi rifiuto di pensare che nonostante siano passati 30 anni dalle Stragi di mafia, il modo di intendere la politica sia sempre e soltanto gestione del potere, chiedendo l’aiuto e il sostegno della mafia. ‘Se sono potente io, siete potenti voi’ è un’offesa a tutti i palermitani onesti che si sono ribellati alla mafia e che vogliono vivere in una città libera. Serve uno scatto d’orgoglio di Palermo e dei palermitani. Palermo non può ripiombare in un tempo che speravamo tutti fosse superato. Il 12 giugno Palermo è chiamata ad una scelta: o si sta con Lagalla sostenuto da Cuffaro e Dell’Utri o si sta dalla parte di Franco Miceli, dalla parte della legalità, della competenza e della serietà, di chi non cede a compromessi né chiede il sostegno della mafia”, conclude.