Palermo, precaria scuola: "Ridavo lo stipendio per non emigrare"

“Io, precaria della scuola costretta a ridare lo stipendio per non emigrare”

Commenti

    meglio il lavoro in nero!

    Non c’è alcun dubbio che va condannato pesantemente con la massima pena chi vessa, truffa e ricatta la gente. Mi chiedo con quale meccanismo burocratico trasparente e quindi accessibile a tutti si sia assunti in una Cooperativa. Detto ciò dico che emigrare non è una sconfitta, emigrare è cercare altrove la dignità che un sistema politico o partirico senza una programmazione seria ha provocati cronicamente. Io da laureato e medico dopo 8 anni di laurea sono emigrato in Trentino a lavorare anche sui ghiacciai a meno 27,29,e 31 gradi. Mi si spaccavano le labbra e le mani, ho sofferto, ma insieme a me tante ragazze e ragazzi emigrati dal Sud per insegnare in luoghi disagiati. Io e tanti altri siamo poi tornati qui nella propria amata terra. Questo significa: giusto denunciare, giusto ribellarsi , ma non piangersi pateticamente addosso. Non dico altro perché potrei sbagliare. Grazie e sereno e nobile lavoro.

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