PALERMO – E’ una vittoria larga quella del “sì” al referendum che è stato indetto ieri fra i quasi tremila lavoratori di Almaviva Contact Palermo, il call center di via Cordova che vive una situazione di incertezza da almeno sei anni. La consultazione era nata per chiedere ai dipendenti di esprimersi sulla nuova bozza di accordo raggiunta fra l’azienda, alcune sigle sindacali, la Regione Sicilia e il Comune di Palermo. L’affluenza è stata poco sopra il 50% e alla fine, nonostante e divisioni della vigilia, con il 65% delle preferenze, ha prevalso la linea del sì al testo. Fra le misure previste da questo “Patto del lavoro”, la reintroduzione del tfr, lo sblocco per i quattro scatti di anzianità, la riduzione dell’impiego di ammortizzatori sociali e una gestione “meno traumatica” degli esuberi.
Soddisfazione dal cartello sindacale FISTel CISL – Uilcom Uil – Ugl Telecomunicazioni: “I lavoratori – ancora una volta – hanno affermato grande senso di responsabilità. Ora inizia la fase più difficile, quella in cui richiameremo l’azienda a rispettare gli impegni presi. Ci dispiace soltanto che questo risultato sia stato raggiunto senza il prezioso contributo di una sigla sindacale (con riferimento alla Cgil, ndr), staccatasi già da maggio dal progetto”.
Dal canto suo, la Cgil parla di una vittoria che poco ha di entustiastico: “Hanno vinto la paura e l’astensione. Si è creato un grande caos informativo sulle conseguenze di questo referendum, una confusione che ha generato lo spauracchio fra i lavoratori. Chiediamo ancora una volta – concludono dal sindacato – che venga convocato un tavolo nazionale al ministero dello Sviluppo Economico, per affrontare il problema, non solo di Almaviva, ma di tutti i call center italiani”.