Palermo, Salvini imputato in aula, leghisti in piazza

Salvini imputato in aula, leghisti in piazza: processo politico-giudiziario

Il partito si raduna nel giorno dell'arringa difensiva - VIDEO

PALERMO – La questione è giudiziaria e politica. I due profili si sono sempre intrecciati nel processo a Matteo Salvini. Oggi come non mai.

Alle 9:30 il cancelliere del Tribunale di Palermo chiamerà il processo dell’imputato Matteo Salvini nell’aula bunker del carcere Pagliarelli, nel frattempo in piazza Politeama inizieranno a radunarsi i leghisti.

In piazza per solidarietà

Ministri, deputati, senatori, parlamentari regionali e semplici simpatizzanti si sono dati appuntamento in piazza Castelnuovo, in centro città, “per esprimere solidarietà” al ministro Salvini sotto processo per sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio.

Geograficamente distanti dalla periferia dove si trova il carcere che ospita l’aula del processo, ma idealmente vicini al loro leader e all’avvocato Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia, che inizia l’arringa difensiva. Al suo fianco ci sarà l’imputato sui cui pende una richiesta di condanna a sei anni di carcere.

“I diritti dell’uomo vengono prima della difesa dei confini”, hanno detto il procuratore aggiunto Marzia Sabella e i sostituti Calogero Ferrara e Giorgia Righi che rappresentano l’accusa.

L’accusa

Il ministro, oggi ai Trasporti e allora al Viminale, cinque anni fa impedì lo sbarco di 147 migranti a Lampedusa a bordo della nave della Ong Open Arms. Secondo la ricostruzione della Procura della Repubblica, Salvini avrebbe operato “un sequestro di persona” agendo “in violazione di convenzioni internazionali e di norme interne in materia di soccorso in mare e di tutela dei diritti umani”.

Agli atti del processo ci sono le deposizioni di coloro che un tempo furono alleati di Salvini, l’allora presidente del consiglio Giuseppe Conte e gli ex ministri Giuseppe Di Maio e Danilo Toninelli. Le loro testimonianze puntellano, secondo l’accusa, il concetto che a spingere le scelte di Salvini sarebbe stata la macchina del consenso elettorale.

I suoi provvedimenti erano “indubbiamente a vantaggio della propria immagine di politico intransigente nella gestione del fenomeno migratorio”.

Processo a Salvini, i punti chiave

“Il principio chiave è quello del soccorso in mare, che viene dall’Odissea, da tempi ancestrali. Persino in guerra c’è l’obbligo del salvataggio in mare a conferma dell’universalità dei beneficiari. In questo processo affrontiamo il tema dei diritti dell’uomo, la vita, la salute e la libertà personale che prevalgono sul diritto a difendere i confini”, ha sostenuto l’accusa.

“Prima si fanno scendere i migranti e poi si ridistribuiscono: altrimenti si rischia di fare politica su gente che sta soffrendo”, conclusero i pm.

“I pm fanno politica”

Al contrario chi fa politica, secondo l’avvocato Bongiorno, è stata proprio la Procura. Concetti che saranno certamente ribaditi oggi davanti al collegio presieduto da Roberto Murgia.

Nel frattempo i leghisti si radunano in piazza. La chiamata a raccolta è arrivata via social e via Whatsapp. Sarà anche un modo per contarsi. Il senatore siciliano e commissario regionale della Lega Nino Germanà si attende “cento parlamentari “per l’assurdo processo politico che Salvini sta subendo solo per aver compiuto il suo dovere di ministro dell’Interno a tutela della sicurezza del nostro Paese”.

LEGGI ANCHE – Open Arms, Orlando: “Quella piazza è un’offesa ai giudici”
LEGGI ANCHE – Open Arms, Germanà: “Il processo a Salvini è una follia”


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI