Palermo, scandalo beni confiscati: 'Vi volete rovinare'

Palermo, scandalo beni confiscati: ‘Vi volete rovinare’

Le intercettazioni del commercialista Maurizio Lipani finito agli arresti domiciliari

PALERMO – Qualcuno si era accorto che i conti non tornavano. A cominciare dalle consulenze che il commercialista e amministratore giudiziaria Maurizio Lipani assegnava alla moglie, Maria Teresa Leuici, senza che fosse stato autorizzato dal giudice delegato.

Dallo scorso 25 novembre Lipani è stato raggiunto da una nuova ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico, mentre alla moglie è stato imposto il divieto di esercitare la professione di commercialista. Sono indagati per peculato. Si sarebbero appropriati dei soldi delle società che amministravano per conto del Tribunale e dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati alla mafia.

Il 15 ottobre 2019 marito e moglie erano intercettati. Leuci spiegava che un avvocato aveva espresso forti perplessità sul fatto che la donna avesse fatturato compensi professionali nei confronti di aziende sequestrate senza mai essere stata nominata coadiutore dell’amministrazione giudiziaria.

Ed è ora che, secondo gli investigatori, Lipani “precostituiva un alibi rispetto all’attività delittuosa”, suggerendole di fatturarle come consulenze: “Tu… ti occupi degli adempimenti fiscali, fai la conta… devi stare attenta a quello che dici “.

La donna ripeteva al marito le parole pronunciate dall’avvocato che l’aveva messa in guardia: “…omissis… dopo di che io dovrei rinunciare agii incarichi delle amministrazioni giudiziarie…. mi ha detto quello… ma tu non sapevi niente?… non sei in grado di dire se c’è un incarico firmato… ma allora voi vi volete rovinare con le stesse… quindi devo fare una rinuncia a tutti gli incarichi…”.


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