Palermo senza orgoglio | Inutile la girandola di tecnici - Live Sicilia

Palermo senza orgoglio | Inutile la girandola di tecnici

Lazio-Palermo, l'esultanza di Keita e Lulic dopo il gol del 5-0 e la disperazione di Rispoli (Foto Ansa)

A cosa è servito cambiare allenatore in un anno sciagurato come questo e col destino già segnato?

CALCIO - SERIE A
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PALERMO – L’annus horribilis del Palermo calcio non conosce confini. Quando si pensa di aver toccato il fondo, la rosa di professionisti (sì, sono professionisti) allestita la scorsa estate da Maurizio Zamparini per affrontare il campionato di serie A italiano trova il modo di scavare e andare oltre ogni immaginazione. Il capolavoro di umiliazione settimanale messo a punto dall’ex presidente rosanero somiglia a un piano diabolico messo in atto dal più acerrimo nemico dei palermitani. Senza dubbio il Palermo 2016-17 è il più scarso della storia calcistica del capoluogo. Un’accozzaglia di giocatori messi insieme senza alcuna logica, impreparati dal punto di vista tecnico e caratteriale a reggere il confronto con le altre 19 squadre che partecipano alla massima serie italiana.

La prova del nove sulla indiscutibile povertà tecnica e agonistica del gruppo oggi guidato da Roberto Bortoluzzi la dà proprio quella maniacale fissazione zampariniana di licenziare allenatori su allenatori per tentare (a modo suo) di correggere la rotta verso la serie B di una barca che fa acqua da tutte le parti. Nessun tecnico al mondo sarebbe in grado di invertire il trend di sconfitte interne ed esterne collezionate dal Palermo in questa stagione. I sei gol racimolati all’Olimpico contro la Lazio sono solo l’ultima di una serie di umiliazioni sportive a cui grandi e piccoli tifosi palermitani hanno dovuto assistere con svariati allenatori in panchina. Da Ballardini (il primo a capire la scorsa estate che questa rosa non avrebbe retto l’urto con le concorrenti) a De Zerbi, da Corini a Lopez, per finire all’ultimo tecnico chiamato al capezzale rosanero, Roberto Bortoluzzi, nessuno è riuscito a dare una quadratura a una rosa di giocatori che non ha saputo sopperire alle carenze tecniche con la forza dell’orgoglio e dell’onore. Un gruppo senza cattiveria sportiva, senza amor proprio, che scende in campo domenica dopo domenica con il piglio di chi attende solo l’ultimo giorno di scuola sapendo già di essere bocciato.

Nessuno, neanche Zamparini o lo stesso neo presidente Baccaglini che ha messo la firma sull’ultimo, ingiustificabile e senza logica esonero di Lopez, è in grado di dare una risposta alla domanda delle domande: a cosa è servito cambiare allenatore a una manciata di giornate dalla fine di un campionato sciagurato come questo e con un destino già segnato da mesi? Dal 30 aprile, data in cui Baccaglini dovrebbe rilevare il cento per cento del club di viale del Fante, si dovrebbe voltare pagina. Sul nuovo corso restano ancora nubi da diradare ma un’apertura di credito verso il nuovo corso è sia una speranza che doverosa. Ci sarà da ricostruire da zero una società, una squadra e una credibilità del Palermo calcio che si è perduta nell’ultima tranche di gestione targata Zamparini in cui il club rosa è diventato un esempio negativo per tutta l’Italia calcistica.


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