Palermo-Napoli, contrabbando di sigarette: 15 condanne e 3 assolti

Palermo-Napoli, contrabbando di sigarette: 15 condanne e 3 assolti

Pene inferiori rispetto alle richieste della Procura. TUTTI I NOMI

PALERMO – L’inchiesta era partita da un venditore di sigarette di contrabbando. Dal piccolo banchetto nel rione Brancaccio gli investigatori sono risaliti all’intera organizzazione. Venerdì la sentenza emessa dal giudice per le indagini preliminari Marco Gaeta: 15 condanne, ma a pene inferiori rispetto alla richiesta dell’accusa, e tre assoluzioni.

I finanzieri del Gruppo Palermo, coordinati dal procuratore aggiunto Salvo De Luca e dal sostituto Giorgia Spiri, avevano ricostruito più di settanta viaggi da Napoli a Palermo per riempire la piazza di sigarette.

Dal banchetto abusivo al deposito

Nel 2018 l’uomo che gestiva il banchetto abusivo spiegò che giornalmente, come altri “colleghi”, ritirava quindici stecche di ‘bionde’ in un “deposito”. A fine turno di lavoro consegnava l’incasso all’organizzazione. A lui spettava uno stipendio di 200 euro a settimana oltre a “un pacco di sigarette” per assecondare il personale vizio del fumo e “5 al giorno per mangiare”. Aggiunse che l’organizzazione si riforniva a Napoli.

Il magazzino delle “bionde”

E così i finanzieri si misero alle calcagna dei corrieri che andavano a Napoli, nella zona di piazza del Carmine, caricavano la merce e si imbarcavano verso Palermo. Una volta rientrati in Sicilia le sigarette venivano stoccate in un magazzino in via Francesco Milo Guggino, nella zona di Corso dei Mille.

In occasione del primo lockdown per il Covid l’organizzazione abbandonò il meccanismo dei corrieri e si affidò all’appoggio del dipendente di un corriere espresso nazionale, all’oscuro di tutto.

Il volume d’affari sarebbe stato di oltre 2 milioni e 400 mila euro. A Napoli una stecca di sigarette si comprava 22 euro all’ingrosso e veniva rivenduta a 35 sulla piazza di Palermo (in media sette euro in meno del prezzo di vendita normale).

Tutte le pene

Questi i condannati e le rispettive pene: Pietro Corrao 4 anni e 8 mesi, Giacomo Bilello 4 anni e 8 mesi, Carmine Argentino 6 anni, Pasquale Vecchione 3 anni e 8 mesi, Giovanni Freschi 2 anni 9 mesi e 10 giorni Michele Di Piedi e Antonio Argentino 2 anni e 8 mesi ciascuno, Giovanni Guadagna 2 anni 4 mesi e 20 giorni, Giuseppe Di Grazia 2 anni, Angelo Giordano e Mario Bottari 1 anno e 10 mesi ciascuno, Mario Barretta e Adalgisa Corrao 1 anno e 8 mesi ciascuno, Gabriele Casella 1 anno e mezzo, Tania Piampiano 1 anno e quattro mesi. L’esecuzione delle pene più basse è stata sospesa.

Gli assolti

Assolti Giovanni Di Stefano, Matteo Biondo e Gaetano Lombardo difesi dagli avvocati Umberto Giacopino, Gioachino Berna e Max Molfettini.


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