Palermo, tre le start up vincono la terza edizione di B-Factor

Palermo, sono tre le start up che vincono la terza edizione di B-Factor

Il seminario internazionale della Fondazione Marisa Bellisario
L'INIZIATIVA
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Sono “Ohoskin” di Adriana Santanocito, “Bi-Rex” di Greta Colombo Dugoni ed “Helios Domotics” di Alessia Poggi le start up vincitrici a pari della terza edizione di “B-Factor”, il contest in collaborazione con Intesa Sanpaolo dedicato alle startup innovative al femminile, che si è svolto nel Convitto nazionale “Giovanni Falcone”, a Palermo, nell’ambito della 23/ma edizione di “Donna Economia & Potere”, il seminario internazionale della Fondazione Marisa Bellisario. Dodici start up si sono sfidate di fronte alla giuria coordinata da Luca Tremolada, giornalista de Il Sole 24 Ore, e composta da Lella Golfo, presidente della Fondazione Marisa Bellisario, da Carlo Alberto Carnevale Maffè, professor di strategy and enterpreunership Bocconi School of Management, da Valeria Anfossi, responsabile business development e coordinamento marketing imprese di Intesa Sanpaolo, da Paolo Cellini, professore di economia digitale Luiss Guido Carli, da Mirja Cartia D’Asero, amministratrice delegata  Il Sole 24 Ore e da Danda Santini, direttrice iO Donna, con il coordinamento di Silvia Vaccarezza, giornalista del Tg2.

“Se vogliamo competere sul mercato dei prodotti e delle idee, non possiamo inseguire le trasformazioni ma dobbiamo creare l’ambiente, le infrastrutture e la cultura per generarle – dice Lella Golfo, presidente della Fondazione Marisa Bellisario -. Una transizione è un processo flessibile, dove contano le idee, che possono essere sfidate, migliorate, potenziate. Dove conta e vince il merito non il genere. Il nostro piccolo, concreto contributo in questa direzione è la terza edizione di B-Factor, il nostro contest dedicato alle start up femminili. Anche quest’anno tante e belle storie di innovazione e determinazione che parlano di futuro”, conclude. Grande entusiasmo tra le protagoniste dei premi, a partire da Alessia Poggi, 29 anni, che con Alessia Lucentini, di 24, guida “Helios Domotics”, start up di Roma nata l’anno scorso, che si occupa di monitoraggio di energia elettrica domestica e commerciale capace di permettere anche la misurazione e i costi dell’energia di ogni singolo dispositivo collegato alla presa elettrica.

“E’ una grande emozione questo riconoscimento – dice Alessia – il nostro team è tutto sotto i 30 anni ed abbiamo anche due ingegneri uomini”. Adriana Santanocito, 45 anni di Catania, ceo di “Ohoskin”, assieme ad un socio veneto ed uno lombardo, si occupa di realizzare un materiale tessile alternativo alla pelle, utilizzando sottoprodotti di arance e fichi d’india. “Lo usiamo per fornire aziende che realizzano borse, scarpe, divani ed interni per le auto e nel giro di due anni abbiamo già raggiunto 84 clienti”. Infine, Greta Colombo Dugoni, 31 anni, ceo di “Bi-Rex”, assieme a Monica Ferro, co-founder, entrambe laureate in scienze chimiche con dottorato in chimica industriale ed ingegneria chimica, che si occupa di produrre carta in modo alternativo partendo da scarti alimentari.

“L’idea ha preso piede nel 2019 all’interno del Politecnico di Milano, la start up nasce però nel dicembre 2022 siamo 8 tra interni ed esterni, ma siamo pronte per nuove assunzioni”.  “L’Italia che noi donne vogliamo – dice Marcella Cannariato, delegata Sicilia Fondazione Bellisario – è una Repubblica fondata sul lavoro per tutti: donne e uomini. Per cercare di capire come orientarci per salvare e difendere la nostra idea di futuro occorre focalizzare la nostra attenzione su tre enormi problemi: troppe donne a casa, molte culle vuote, tanti, tantissimi giovani che emigrano, spopolando interi territori del nostro Sud. Da anni l’Italia – prosegue – cresce poco dal punto di vista economico e cresce ancor meno sul piano demografico – eppure esiste una risorsa importante di cui si parla poco e sempre nel modo sbagliato, il lavoro femminile. Fare largo alle donne e promuovere l’occupazione femminile è diventato urgente non solo per ragioni di parità di genere e di giustizia sociale, ma soprattutto perché senza di noi l’Italia non cresce”.


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