Palermo, "spaccaossa" e finti incidenti: tutti condannati, una assolta

“Spaccaossa” e finti incidenti: tutti condannati, una sola assolta

Fratture vere per incassare gli indennizzi delle assicurazioni

PALERMO – Un solo assolto e una sola lieve riduzione di pena in uno dei tanti processi ai cosiddetti “spaccaossa”. Sotto processo i presunti organizzatori dei finti incidenti per truffare le compagnie di assicurazione e coloro che si sarebbero fatti fratturare gambe e braccia pur di incassare gli indennizzi.

Una sola assolta

La sentenza è della quarta sezione della Corte di appello presieduta da Vittorio Anania. L’unica assolta è Giuseppa Messina, accusata di avere riciclato 80 mila euro. A tanto ammontava la liquidazione per un incidente che transitò dal suo conto corrente.

In primo grado era stata condannata a 2 anni e 8 mesi. Gli avvocati Davide Cangemi e Alessandro Martorana hanno sostenuto innanzitutto che in primo grado la presunta vittima del falso incidente era stata assolta. In ogni caso non c’era la prova che quel bonifico fosse collegato all’indennizzo, né che l’imputata fosse a conoscenza della provenienza illecita del denaro.

I poliziotti del commissariato Brancaccio nel 2022 estesero le indagini da Palermo fino alle province di Novara, Torino, Vercelli, Milano e Varese.

A capo dell’organizzazione ci sarebbero stati i pregiudicati Vincenzo Maccarone, Giuseppe Zizza e Matteo Corrao. Le truffe risalirebbero al periodo 2017-2020. Molti indennizzi sarebbero stati incassati, altri bloccati in tempo dai poliziotti.

Un volume di affari da due milioni di euro, di cui 700 mila già pagati dalle compagnie di assicurazione. Pratiche per un milione e duecento mila euro stavano per essere liquidate.

Il via alle indagini risaliva ad aprile 2020, quando un uomo cercò di aprire un conto corrente all’ufficio postale di via Galletti, nel rione Acqua dei Corsari, a Palermo, utilizzando una carta d’identità taroccata. Decisiva la collaborazione di due vittime che raccontarono dell’organizzazione dei falsi incidenti.

Gli imputati e le pene

Queste le condanne: Vincenzo Aiello 8 mesi, Giuseppa Ales 1 anno, Domenico Baldo 1 anno e 4 mesi, Lorenzo Catalano 1 anno e 8 mesi, Matteo Corrao 7 anni e 4 mesi (un anno in meno del primo grado), Girolamo Faia 5 anni, 9 mesi e 10 giorni, Franca Silvana Gnoffo 1 anno, Vincenzo Maccarone 8 anni, 10 mesi e 3 giorni, Giuseppa Messina 2 anni 8 mesi, Antonio Mussumarra 1 anno, Salvatore Picone 1 anno e 4 mesi, Luca Poerio 4 anni e 8 mesi, Rita Scasso 1 anno, Maria Spinelli 1 anno, Giuseppe Zizza 8 anni.


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