Strage di Altavilla Milicia, le foto della casa degli orrori

Le padelle per le torture: strage di Altavilla, le FOTO dell’orrore

Sopralluogo dei carabinieri del Ris di Messina

PALERMO – Utensili di vita quotidiana divenuti arnesi di tortura. Come le padelle, adagiate sul divano nel soggiorno della villetta degli orrori dove si è consumata la strage di Altavilla Milicia. Lì dove il rito di liberazione dal demonio si trasformò in un massacro.

Dieci mesi dopo la scoperta dell’orrore lo sgomento è immutato. Luoghi di serenità familiare trasformati in stanze di tortura.

Gli attrezzi del camino

Dal camino furono prelevati i ferri usati per liberare i corpi dal demonio. Una liberazione che doveva passare dal dolore fisico. C’è il divano dietro il quale fu rinvenuto il cadavere di Kevin. Aveva le mani e i piedi legati con una catena. Sul pavimento ci sono ancora le macchie di sangue.

Il piccolo Emmanuel era in camera, ai piedi del letto, con un telo sul corpo. Lo torturarono facendogli bere caffè preparato in una cucina dove regna la confusione: pensili aperti, resti di cibo e bottiglie su tavolo, flaconi di detersivi.

Il padre, la figlia e la coppia di amici

“Il caffè lo preparava Sabrina”, ha raccontato la ragazza diciassettenne che assieme al padre Giovanni Barreca e alla coppia di amici, Sabrina Fina e Massimo Carandente, avrebbero ucciso Antonella Salamone e i figli Kevin ed Emmanuel di 16 e 5 anni.

Le scritte sui muri

“Il signore è il mio pastore nulla mi manca”, c’è scritto sulla parete del soggiorno. È il salmo 23 della Bibbia.

“Le iscrizioni le ho fatte io – ha spiegato la diciassettenne -. Massimo e Sabrina lo avevano detto a mio padre e mio padre lo ha detto a me, questo è avvenuto prima che accadesse tutto. Avevano detto che sarebbe stato importante leggerli”.

“Hanno ucciso la madre”

“Non so come è morta mia madre, se per infarto o quando sia io che mio fratello gli davamo calci. Prima i calci li ho dati io e poi Kevin, in quel momento mia madre non reagiva più. Mentre veniva torturata non poteva né mangiare né bere e quando veniva colpita con la pentola aveva una fascetta trasparente ai polsi”, ha aggiunto la giovane imputata di triplice omicidio.

I figli dunque contribuirono ad uccidere la madre quando ormai la donna era priva di forze, martoriata dopo giorni di torture. Il suo corpo fu bruciato. Kevin prima avrebbe partecipato al rito, poi ne sarebbe rimasto egli stesso vittima.

I carabinieri del Ris nella casa

I carabinieri del Ris di Messina nei giorni scorsi sono tornati nella villetta per un ulteriore sopralluogo, per puntellare la ricostruzione della strage di Altavilla effettuata dalla Procura di Termini Imerese e da quella per i minorenni di Palermo.

Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale per i minorenni Nicola Aiello, alla prossima udienza del 7 novembre, comunicherà ad accusa e difesa la decisione di affidarsi ad un perito. Una perizia psichiatrica è stata eseguita anche sul padre, così come chiesto dall’avvocato Giancarlo Barracato, e si attendono i risultati sulla capacità di intendere e volere.


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