PALERMO – Impossibile negare l’evidenza delle immagini. Allora per difendersi provano a picconare la credibilità della vittima. Christian Maronia, Samuele La Grassa ed Elio Arnato, tre dei sette arrestati per lo stupro del Foro Italico, a Palermo, confermano di avere avuto rapporti sessuali con la ragazza di 19 anni, ma la descrivono addirittura come l’istigatrice della vicenda. Così tentano di spazzare via la pesantissima accusata di avere abusato di lei a turno.
Dicono che è stata la ragazza a chiedere di appartarsi, a decidere dove andare, a scegliere con chi del gruppo avere per primi i rapporti sessuali. Al termine del nuovo giro di interrogatori, avvenuto ieri, gli indagati si limitano, di fatto, a confermare solo ciò che il video dell’orrore scovato dai carabinieri ha reso indelebile. In molti passaggi degli interrogatori emerge il risentimento e il fastidio che provano nei confronti di Angelo Flores, colui il quale filmando la scena ha offerto alla Procura della Repubblica la prova chiave. Non è l’unica visto che si è aggiunta al racconto della vittima e al riconoscimento in foto degli indagati.
“Chiedo scusa alla ragazza. Scusa”, ripete in lacrime Christian Maronia. Spiega di avere compreso di essersi “consumato (rovinato ndr)”, di essersi trovato in una situazione più grande di lui. La diciannovenne era consapevole di cosa stesse accadendo, però. Lo avrebbe voluto. Per fare emergere una personalità diversa da quella finora descritta ecco tirare in ballo la storia di precedenti video a sfondo sessuale che la ritrarrebbero e che gli erano stati mostrati dall’amico Flores.
“Ho fatto una grande c…”, dice Elio Arnao. Anche lui sostiene che sarebbe stata la ragazza a decidere tutto. Persino con chi dei sette avere i primi rapporti sessuali. Poi la situazione sarebbe degenerata perché avevano bevuto e fumato. Anche sul punto: nessuna costrizione, quando la diciannovenne li ha incontrati alla Vucciria aveva già bevuto ed ha continuato liberamente a farlo.
“Ho sbagliato a non andarmene”, è la tesi di Samuele La Grassa. Si rimprovera l’errore di non aver compreso che cosa stesse accadendo, di essere finito per sbaglio in una vicenda più grande lui. Tre tesi accomunate dal fatto di indicare la ragazza come consenziente. Ed è su questo che si baseranno con molta probabilità i ricorsi, scontati, al Tribunale del Riesame dei tre arrestati che tentano di ribaltare la prospettiva dei fatti. Non è stata una vittima, era consenziente ed è stata lei a decidere dove e come “divertirsi”. Inattendibile, dunque.
Per altri tre indagati la richiesta di scarcerazione è già stata respinta, dando ragione alla Procura secondo cui, la ragazza è stata una preda. Non si conoscono ancora le motivazioni dei provvedimenti. La battaglia legale è appena iniziata. Nel frattempo si cercano altre prove, magari conservate in qualche altro telefono.