Lo stupro, lacrime in aula: "Chiedo scusa alla ragazza" - Live Sicilia

Lo stupro, lacrime in aula: “Chiedo scusa alla ragazza”

L'interrogatorio di uno degli indagati

PALERMO – “Chiedo scusa alla ragazza. Scusa”, ripete in lacrime. Lascia intendere di avere compreso di essersi “consumato (rovinato ndr)”. Magliettina, tuta e scarpe da tennis. Christian Maronia arriva alle 9:30 al Palazzo di giustizia di Palermo. Tiene gli occhi bassi mentre gli agenti della polizia penitenziaria lo accompagnano nell’aula del nuovo palazzo di giustizia dove è fissato l‘interrogatorio di garanzia. Ha solo 19 anni e la faccia di mille altri giovani, ma è stato convocato per difendersi dall’accusa pesantissima di avere partecipato allo stupro del Foro Italico subito da una ragazza che ha la sua stessa età.

Le risposte di Maronia

Maronia decide di rispondere per un’ora alle domande del giudice per le indagini preliminari Marco Gaeta, in presenza del pubblico ministero Monica Guzzardi.
Si dice dispiaciuto per quanto è successo. Racconta di essersi trovato in una situazione più grande di lui ma, spiega, la ragazza era consapevole di cosa stesse facendo. Sin dal momento iniziale, quando si sono incontrati alla Vucciria. Maronia non conosce la vittima, l’aveva vista in alcuni video a sfondo sessuale che gli erano stati mostrati dall’amico Angelo Flores. E cioè colui che ha filmato la violenza di gruppo con il cellulare. L’incontro con la ragazza alla Vucciria è stato casuale. Hanno bevuto tutti insieme, poi la scelta di appartarsi per “divertirsi tutti insieme”. All’interno di un cantiere abbandonato hanno avuto a turno un rapporto sessuale con la ragazza. Ad un certo, così racconta Maronia, quando ha capito che la diciannovenne stava male ha invitato gli amici a fermarsi e ad andare via. L’indagato aggiunge che è stato lui a decidere di tornare indietro perché “non potevamo lasciarla lì”. La vittima è stata poi abbandonata in strada e soccorsa da due donne.

Di fatto Maronia conferma i fatti ricostruiti dalla Procura, ma come hanno fatto già altri indagati parla di rapporti consensuali. La Procura avrebbe voluto arrestarlo già a luglio, quando sono finiti in carcere i primi quattro indagati. La richiesta, però, era stata respinta. Non c’era certezza sulla sua identificazione. La vittima aveva raccontato di averlo incontrato alla Vucciria in compagnia di Angelo Flores. Di lui, però, conosceva soltanto il nome. Quando le hanno mostrato la foto la ragazza non era certa che fosse lui. Poi i carabinieri hanno trovato il video nel cellulare di Flores. E si è arrivati alla sua identificazione. A cui si è aggiunta una intercettazione eseguita in caserma dei carabinieri. Maronia diceva: “La struppiò… faceva basta”. Oggi le lacrime, le scuse ma – così dice – la vittima era consenziente.


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