Palermo, Unipa in lutto: muore a 60 anni Domenico Policarpo - Live Sicilia

Palermo, Unipa in lutto: muore a 60 anni Domenico Policarpo

Ha contribuito alla realizzazione di tante importanti opere da parte dell'ateneo
IL CORDOGLIO
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PALERMO – L’Università di Palermo perde una delle sue figure di riferimento. È morto a 60 anni Domenico Policarpo dipendente dell’Ufficio tecnico che insieme ai suoi colleghi ha il merito del restauro delle Carceri dei Penitenziati allo Steri, del recupero e restauro dell’ex Convento di Sant Antonino, delala costruzione dei due nuovi Padiglioni dell’ex Consorzio Agrario di via Archirafi. Queste sono solo alcune delle opere per le quali, in qualità di architetto, ha fortemente contribuito alla loro realizzazione con il ruolo di progettista e direttore dei lavori.

“La prematura scomparsa di Domenico Policarpo lascia un vuoto incolmabile nella comunità universitaria. Lo ricorderemo per la sua professionalità e per lo straordinario impegno profuso nella realizzazione di importanti opere ed interventi che hanno contribuito significativamente a valorizzare il patrimonio edilizio del nostro Ateneo”, afferma una nota pubblicata sul sito dell’Ateneo a firma del rettore Massimo Midiri del dirigente dell’Area tecnica e Patrimonio immobiliare Antonio Sorce.

“Domenico e i colleghi dell’”Ufficio Tecnico” – continua la nota – hanno costituito un gruppo di lavoro affiatato e coeso che, a partire dall’anno 2003, ha dato un decisivo impulso agli investimenti sull’edilizia dell’Ateneo. Sarà questo gruppo di colleghi ed amici, che, mantenendo indelebile il suo ricordo ed onorando la sua memoria, continuerà a lavorare, completando quelle opere da lui iniziate e condotte con impegno e passione come ha sempre fatto, in modo esemplare, nei venti anni di attività svolta al servizio dell’Università degli studi di Palermo”.

Tanti i messaggi sui social dedicati all’uomo che lascia un vuoto nelle vite di chi lo ha conosciuto. Beppe Cosentino ricorda “quel suo entusiasmo comunicativo ogni qual volta che un ritrovamento, un arco, un reparto antico riaffiorava tra le pietre nascoste del cantiere cui stava lavorando”. Laura Anello ne ricorda “disponibilità, quel garbo, quella serenitá ironica, e quel sorriso”. Teresa Sciortino, infine, lo saluta: “Sempre e per sempre nel mio cuore e nella mia mente, fratello adorato”.


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