Palermo, il 'vertice fantasma' e i candidati trasversali

Palermo, quel ‘vertice fantasma’ e i candidati trasversali

Si attende l'incontro che ancora non arriva. Con un termine incorporato.
PALERMO 2022
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A mezzogiorno e qualcosa non c’è ancora traccia del famoso vertice del centrodestra, richiesto da Berlusconi in persona, che dovrebbe promuovere un ragionamento anche sul fantomatico candidato unitario per il sindaco di Palermo. Può essere che da qui a un minuto sia annunciato, nella mutevolezza degli scenari. Ma il silenzio – da chi sta lavorando all’intesa – non è ovviamente considerato di buon auspicio. E non sono tanti quelli che stanno lavorando davvero a un accordo, beninteso a certe condizioni.

Uno è Nino Minardo, segretario regionale della Lega, che predica coesione dall’inizio, perché paventava lo scenario di questi giorni caotici. E’ rimasto finora inascoltato. Un altro è Ignazio La Russa, di Fratelli d’Italia, fresco fresco di agenzia: “Stiamo aspettando che si convochi il vertice annunciato tra oggi e domani. Non ci sono deadline né ultimatum, ma problemi logistici visto che da venerdì noi saremo impegnati nell’organizzazione della nostra Conferenza programmatica che sarà a Milano”.

Le voci della coalizione non sono ottimiste. Qualcuno spiega: “Finirà a schifio“. Significa che ogni passaggio di clessidra porta inesorabilmente alla spaccatura con almeno due candidati a cui aggiungere l’autonomista Totò Lentini. Parliamo, come è noto, del medico Francesco Cascio, sponsorizzato dal ticket con la lega e il vicesindaco Alberto Samonà e dell’ex rettore Roberto Lagalla che sarebbe sostenuto anche da ‘Fratelli d’Italia’. Ma Carolina Varchi, che ha un legame diretto con Giorgia Meloni, è sempre in campo.

A quel punto bisognerà capire chi starà con chi in una trama di interessi, vantaggi e, perché no, dissapori personali. Chi, magari, uscirà da un partito per accasarsi con un altro e chi resterà dov’è, compiendo, nel segreto del voto, scelte in difformità con la sua famiglia politica. In caso di spaccatura si prevede il vento forte del voto trasversale. Con pezzi di Forza Italia e Lega che potrebbero scegliere Lagalla, con alcuni meloniani che convergerebbero su Cascio. Ma, come spiega qualcun altro: “Nei corridoi siamo bravi tutti”.

Il punto di fondo è sempre quello: la conferma della ricandidatura di Nello Musumeci a Palazzo d’Orleans che FdI pretende per trovare l’amalgama a Palazzo delle Aquile. Da lì Giorgia Meloni e i suoi non si spostano. E non si sposteranno. Una questione politica e di coerenza che, però, offre l’impressione che Palermo sia una pedina di scambio in un gioco più grande.


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