PALERMO – Questione di ore e si conoscerà il futuro dei locali che ospitano la palestra Virgin. Si attende che il giudice per le indagini preliminari Fabio Pilato si pronunci sull’istanza di dissequestro. Ad avanzarla è stata l’avvocato Sergio Monaco, difensore di Filippo Basile, figlio del patron della Ksm.
L’ultimatum
Il colosso del fitness Virgin Active, affittuaria dell’immobile, ha rivolto un ultimatum a Basile: se entro il 31 dicembre l’immobile non sarà disponibile a titolo definitivo, la società rescinderà il contratto in danno dello stesso Basile.
Tutto ruota intorno ai lavori di ristrutturazione dei locali di via Gioacchino Ventura, che un tempo ospitavano la palestra Avantagarden. Secondo la Procura, era necessario il permesso a costruire ed ha giudicato abusive le modifiche apportate.
Scontro accusa-difesa
Di avviso opposto la difesa: bastava la dichiarazione di inizio lavori. Dalla sua Basile ha il via libera main revocato del Comune, che ha pure concesso l’abilità, e una pronuncia della Cassazione.
“Ci troviamo in un guado nonostante la Cassazione sia stata chiara – sottolinea Sergio Monaco – Non ci sono motivi per mantenere i sigilli. Non è ammissibile che un imprenditore e i lavoratori siano appesi a cavilli e interpretazioni”.
La Procura ha espresso parere negativo sull’istanza di dissequestro. Ritiene, infatti, che non si trattasse di una semplice ristrutturazione e che “l’aggravio del carico urbanistico” è stato confermato in tutte le sedi e la Cassazione ha solo affrontato il tema del dissequestro di 50 mila euro relativi al mancato pagamento dell’importo di costruzione di un nuovo solaio.
Nel dettaglio la Cassazione aveva accolto uno dei due ricorsi presentati dall’avvocato Sergio Monaco, difensore dei proprietari dell’immobile, sulle motivazioni del sequestro: quello sulla mancanza del permesso a costruire per eseguire la ristrutturazione. I supremi giudici, però, dichiararono inammissibile il secondo ricorso, quello sull’aumento del carico urbanistico dovuto all’insediamento della Virgin. Su questo punto la suprema corte ha sottolineato che non rientrava nelle sue competenze e dunque ha reso definitivo il dispositivo del Riesame che aveva dato ragione alla Procura.
Il punto è che sono trascorsi tredici mesi dalla chiusura. È arrivato l’ultimatum della Virgin che nel frattempo ha anche attivato la cassa integrazione per i dipendenti, mentre altri che lavoravano con la partita Iva sono stati tagliati fuori.
La nota di Virgin
La Virgin ha inviato una nota che smentisce la notizia di una addio a Palermo. almeno per il momento: “Attendiamo che la giustizia faccia il suo corso e siamo fiduciosi che questa situazione possa evolversi positivamente. Stiamo seguendo la vicenda con grande attenzione sperando di poter annunciare quanto prima la riapertura ai nostri 50 dipendenti e collaboratori, la cui situazione abbiamo particolarmente a cuore. Auspichiamo inoltre di poter dare una risposta anche ai nostri clienti che aspettano notizie da mesi. I loro messaggi di solidarietà ci fanno sentire ancora più legati a questa città che ci ha accolto con grande entusiasmo dimostrandosi particolarmente ricettiva ad una filosofia che lega il fitness al benessere. Ribadiamo che a tutt’oggi non abbiamo nessuna conferma ufficiale di cosa accadrà nei prossimi mesi”.