Di Gangi: 'Candidati a sindaco, c'è troppa confusione'

Di Gangi: ‘Candidati a sindaco, c’è troppa confusione’

Intervista alla candidata sindaca per le elezioni amministrative di primavera

Mariangela Di Gangi, dove eravamo rimasti? Lei è sempre in campo nel torneo elettorale per il sindaco di Palermo?
“Sì, sono ancora in campo. Ma penso che dobbiamo sbrigarci e che stiamo sbagliando, c’è troppa confusione”.

Dall’impegno allo Zen fino a Palazzo delle Aquile, la strada, in questo caso da sinistra, non è breve. Nessuna periferia, a Palermo, ha ancora il nome di città. Eppure, Mariangela Di Gangi, presidente del laboratorio ‘Zen Insieme’, in corsa per la sindacatura, vuole indossare gli stivali delle sette leghe (ma Salvini non c’entra) e accorciare il percorso. Entusiasmo giovanile, per i maligni: incoscienza.

Si spieghi…
“Credo che il ritardo stia generando, appunto, confusione, più di quella che già c’era. Ci sono diverse proposte e non c’è una risposta ufficiale, una presa di posizione ed è chiaro che, nel vuoto, i passi in avanti, gli appelli e le candidature di chi vuole dare un contributo con passione aumentano”.

Ma chi la deve dare la risposta?
“Ci vuole un passaggio condiviso, per coinvolgere i partiti ma anche quello che di vitale, ed è tanto, resiste a Palermo”.

Le famose primarie?
“Credo che, volendo, si potrebbero fare, ma siamo quasi oltre il tempo massimo. E non mi pare che ci sia la volontà di parlarne seriamente. Io sono francamente perplessa su modalità e tempistica”.

Chi è il maggiore ritardatario? Forse il Pd?
“Ci sarebbe da chiamare in causa un’intera classe dirigente. Ma è un problema della politica, basta ricordare che è stato necessario implorare un Presidente della Repubblica gentiluomo per un secondo mandato. E non era una scadenza inattesa”.

Nemmeno le elezioni lo sono.
“Infatti e mi spaventa che ognuno si senta come deresponsabilizzato. Ci sono problemi enormi e persone che aspettano la soluzione, poco interessate, giustamente, alla ritualità della politica”.

Lei ce l’ha con i partiti? Si considera una portabandiera della società civile?
“Io sono una figura riconoscibile che continua a lavorare sul territorio, per cucire e mediare. Non credo alle divisioni. Non credo al valore di per sé della società civile come appartenenza. Ci sono forze tossiche ovunque e bisogna andare a guardare i singoli percorsi”.

Qualcuno ha preso male la sua disponibilità?
“Qualcuno ha preso male il fatto che non abbiamo chiesto il permesso. Pazienza”.

Chi?
“Quelli che sono abituati a decidere”.

Come valuta gli ultimi giorni della sindacatura Orlando?
“Sono appunto ultimi giorni, giorni finali di un’esperienza per la cui generosità non possiamo, al netto di tutto, che ringraziarlo. Ma io sono più impegnata a pensare ai giorni che verranno”.

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