Sicilia, ok alla stabilizzazione degli Asu ma c'è un paradosso

Paradosso Asu, ok alla stabilizzazione ma un cavillo getta i precari nel limbo

Una circolare della Regione stoppa il rientro al lavoro dal 2 gennaio, Falcone: "Sarà modificata"

PALERMO – Da un lato la tanto agognata stabilizzazione che si avvicina a piccoli passi, dall’altro lo stop al rientro al lavoro dal 2 gennaio. È il paradosso che riguarda 3.700 lavoratori Asu della Sicilia che spesso portano avanti servizi essenziali nei comuni dell’Isola. Quei servizi ora sono a rischio, seppur per un periodo limitato. La Regione, infatti, attraverso una circolare del dipartimento Lavoro, ha dato precise direttive agli enti che utilizzano gli Asu e che avevano chiesto chiarimenti. L’attività sarà garantita “fino, e non oltre, il 31 dicembre 2023”, come scritto dal dirigente generale del dipartimento Lavoro Ettore Foti. Quella circolare ora, in base a un emendamento del governo, dovrà essere modificata per rassicurare i comuni sull’utilizzo degli Asu già dal 2 gennaio.

Asu, il caso scoppia in piena Finanziaria

Il caso è scoppiato proprio nel giorno in cui l’Ars, dopo l’ok alle norme sui Forestali, ha approvato l’articolo 11 della Finanziaria per la stabilizzazione degli Asu. Si tratta della norma che avvia il processo di stabilizzazione dei lavoratori a 24 ore, garantendo al contempo l’integrazione oraria a 36. La proroga per questi lavoratori ogni anno è stata garantita dall’esercizio provvisorio che dal 2003 è una costante per la Sicilia. Non è stato così quest’anno, con il governo che viaggia verso l’approvazione della Finanziaria nei tempi di legge. Dal 2 gennaio, quindi, in base alla circolare Foti, i comuni non potrebbero utilizzare gli Asu che resterebbero così in attesa dell’ok alla legge di stabilità. Il condizionale, però, è d’obbligo dal momento che in aula sono arrivate le rassicurazioni dell’assessore all’Economia Marco Falcone. “Un emendamento del governo prevede che la norma entri in vigore già dal primo gennaio 2024 – è stato l’intervento di Falcone -, anche se la manovra sarà varata successivamente. Con questa disposizione potrà arrivare una direttiva dell’assessore al Lavoro in base alla quale il dirigente potrà modificare la circolare”.

Il caso dei precari degli enti in dissesto

Le parole dell’assessore all’Economia fanno tirare un sospiro di sollievo ai lavoratori e a molti comuni per un settore, quello dei precari della pubblica amministrazione, che in queste ore è alle prese anche con un’altra vertenza. I nodi, infatti, sono giunti al pettine anche per i contrattisti degli enti locali in dissesto. Sono 1.200 in tutta la Sicilia e il 31 dicembre vedranno la finestra temporale concessa dalla legge Madia per la stabilizzazione chiudersi. Servirà una norma nazionale, magari attraverso il decreto Milleproroghe, ma al momento questi lavoratori sono fuori. “Siamo molto preoccupati anche per questi lavoratori – afferma il deputato del Pd Mario Giambona -. Dopo la bocciatura degli emendamenti Pd alla Finanziaria al Senato abbiamo chiesto delle interlocuzioni con il governo nazionale per trovare una via d’uscita”.

Stabilizzazione degli Asu, le reazioni

All’Ars, intanto, nonostante il paradosso, si festeggia per l’avvio della stabilizzazione degli Asu. Un iter che però prevede una differenziazione voluta dal governo: per i circa duecento precari utilizzati direttamente dalla Regione attraverso l’assessorato ai Beni culturali, infatti, ci sarà il diritto alla stabilizzazione a 30 ore, mentre per quelli utilizzati dagli enti locali il contratto a tempo indeterminato sarà sulla base di 24 ore settimanali. Una modifica che ha fatto storcere il naso al capogruppo della Dc Carmelo Pace, tra i maggiori sostenitori delle rivendicazioni degli Asu, anche in commissione Bilancio, che pure ha votato favorevolmente alla norma. “Il risultato che abbiamo raggiunto per tutti i lavoratori è comunque importantissimo – ha sottolineato -. Dopo tanti anni si pone fine a una ingiustizia e si riconosce un diritto sacrosanto per questo personale che ha dato tanto. Abbiamo lavorato intensamente in questi mesi affinché venisse approvata una norma che darà dignità a questa categoria. Sono orgoglioso del provvedimento”. L’emendamento per gli Asu dei Beni culturali viene rivendicato dal capogruppo M5s Antonio De Luca: “Finalmente queste persone potranno guardare al futuro con la serenità che meritano dopo tantissimi anni di precariato, durante i quali hanno consentito a tantissimi turisti di godere dei nostri gioielli culturali – ha ricordato -. Senza di loro quei luoghi probabilmente sarebbero stati costretti ad aperture limitate se non a chiudere. Si deve fare ora uno sforzo in più per aumentare a 36 le ore lavorative settimanali trovando quanto prima le necessarie coperture”. Da parte del dem Nello Dipasquale l’auspicio: “Ci auguriamo che al più presto venga scritta la parola ‘fine’ al precariato degli Asu. Duro il capogruppo di Sud chiama nord Matteo Sciotto: “Questo doveva essere il giorno della festa per gli Asu ma così non è stato, il governo se ne assuma la responsabilità”.


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