Parco Monte Po-Acquicella: "Finanziamenti Pnrr a rischio?" - Live Sicilia

Parco Monte Po-Acquicella: “Finanziamenti Pnrr a rischio?”

Il comitato promotore scrive alle istituzioni coinvolte nella realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Per segnalare il pericolo che si perdano i soldi.

CATANIA – La gara per i “servizi tecnici”, tra cui anche la progettazione, è aggiudicata. Ma quella per l’esecuzione dei lavori sembra essere andata deserta. E così si comincia a temere che il Parco Monte Po – Vallone Acquicella rischi di rimanere soltanto un bel progetto sulla carta, perdendo i 15,2 milioni di euro di fondi Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) necessari per realizzarlo. Per il momento solo una ipotesi, non del tutto peregrina secondo il comitato promotore del Parco.

“Occorre segnalare come la realizzazione del progetto menzionato stia andando incontro a diversi ostacoli che ne possono pregiudicare la realizzazione con la conseguente perdita dell’ingente finanziamento”, si legge in una lettera che il comitato ha inviato nei giorni scorsi alla Città metropolitana di Catania, al commissario straordinario Piero Mattei e a tutti i tecnici coinvolti nella realizzazione dei Pui, i Piani urbani integrati da portare avanti con i fondi del Pnrr.

Il Piano urbano integrato dell’area metropolitana

Nell’area metropolitana di Catania il Piano si chiama “CTA, una sintesi tra margini urbani” e ha ottenuto un finanziamento complessivo di 134 milioni di euro. Dei quali 76 milioni solo per il capoluogo etneo. Una enorme mole di denaro destinata a cambiare il volto della città. Di questi, 15,2 milioni servirebbero per il Parco Monte Po – Vallone Acquicella, di cui si occupa da anni un comitato promotore composto da 16 associazioni “che operano nei settori dell’ambiente e del sociale”. Sono loro ad avere elaborato una proposta progettuale articolatissima: con schede tecniche sul valore naturalistico ed etnoantropologico di una porzione di territorio che attraversa la città da nord a sud e si collega direttamente con il mare.

Del resto, una parte del progetto già dovrebbe esistere. Cioè il Parco Monte Po, sulla carta il polmone verde più rilevante del capoluogo etneo. Ma, di fatto, come mostrato da LiveSicilia, una discarica a cielo aperto di materiali edili, copertoni e amianto. A preoccupare i cittadini, poi, c’è anche il progetto di un grande parcheggio a raso autorizzato proprio nell’area in cui il parco dovrebbe sorgere. E rispetto al quale l’amministrazione comunale di Catania ha finora negato ogni richiesta di accesso agli atti formulata dall’associazione Argo, che per prima si è accorta di quanto stava avvenendo su quella porzione di città.

La mancata aggiudicazione della gara

Come se tutto questo non bastasse, c’è il fatto che la gara per la realizzazione dei lavori non è stata aggiudicata. Il Comune di Catania, per i bandi del Piano urbano integrato, ha accettato la proposta di collaborazione di Invitalia. E così le gare d’appalto sono state gestite a livello nazionale dall’ente governativo che si occupa di gestione di fondi. Solo che, a guardare i documenti legati alle aggiudicazioni, si trova quella relativa ai “servizi tecnici” (andata a un raggruppamento d’imprese con un ribasso del 31,69 per cento), ma è totalmente assente quella che riguarda la realizzazione dei lavori.

“Era prevista per dicembre 2022 – scrive il comitato promotore del Parco, nella missiva d’allarme spedita alle istituzioni – la redazione del progetto definitivo, entro marzo 2023 la progettazione esecutiva e nel luglio 2023 l’aggiudicazione dei lavori”. Di fatto, però, con la gara per l’aggiudicazione dei lavori andata deserta, il rispetto del cronoprogramma attuativo sembra essere a rischio. “Esprimiamo grande preoccupazione per i sopraesposti ritardi – si legge ancora nella missiva – perché si rischia di non avviare il progetto del Parco atteso da decenni, e di non utilizzare le ingenti risorse finanziarie disponibili“.

“Fate presto”

Con “spirito civico di collaborazione”, il comitato promotore “lancia l’allarme”. Perché la scadenza di luglio 2023 per l’aggiudicazione dei lavori è dietro l’angolo. “La perdita dei finanziamenti rappresenterebbe – conclude la lettera – una perdita per l’intera cittadinanza. Sia per l’immediato (per l’indotto creato dalla utilizzazione dei fondi disponibili) che in prospettiva per tutti i benefici materiali, sociali e ambientali che verrebbero negati ai futuri fruitori del Parco“. È, insomma, un “fate presto”. Prima che il progetto di un così grande polmone verde in città torni a essere un sogno difficile da realizzare.


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