Parla il Prefetto: "Catania e le emergenze, serve più senso civico"

Parla il Prefetto Librizzi: “Catania e le emergenze, serve più senso civico”

La piaga della droga ma anche episodi incoraggianti

CATANIA – Un territorio affascinante e certamente contraddittorio. Pieno di potenzialità ma anche assillato da una lunga sequela di emergenze. La Prefettura diventa chiaramente il polo catalizzatore di istanze e prese di posizione: e con S. E. il Prefetto, Maria Carmela Librizzi, abbiamo provato a tirare le somme di trecentosessantacinque giorni messi alla spalle non certo senza fatica.

Che anno è stato questo 2023?
“Le dico, il 2023 è stato certamente un anno molto impegnativo”.

Molto si è, probabilmente, concentrato nei mesi estivi.
“Abbiamo avuto tra luglio ed agosto scorsi, la tempesta perfetta. L’incendio dell’aeroporto, il black-out idrico ed elettrico. Ma anche l’Etna e gli incendi. Le confesso che è stato un banco di prova molto complesso e le dico che la struttura ed il sistema di Protezione civile hanno retto. Hanno retto ed hanno fronteggiato una situazione che, evidentemente per la contemporaneità degli eventi, si presentava in modo eccezionale”. 

È inevitabile che tutto è destinato, purtroppo, a riproporsi.
“Quello che accaduto pone anche un altro serio aspetto che è quello della cura del territorio. Sicuramente ci troviamo di fronte a cambiamenti climatici forti: ma tutto questo deve portarci a ripensare l’ambito della sicurezza e l’impegno che ogni componente della società civile deve mettere in campo a fronte di quello che si è verificato”.

Ci sono, inevitabilmente, altre emergenze legate alla sicurezza del territorio.
“Ci sono certamente problematiche legate all’ordine e alla sicurezza pubblica. Il 2023 è stato un anno caratterizzato da importanti operazioni di polizia che hanno dimostrato come le forze dell’ordine siano attente ai tentativi della criminalità di organizzarsi sul territorio. A fianco di tutto questo, c’è stata anche una lunga serie di operazioni “Alto impatto” alle quali hanno partecipato anche tante altre componenti del territorio. 

Avete eseguito una serie di interventi mirati.
“Abbiamo avuto lo smantellamento di siti del malaffare a Librino, a San Berillo, a San Giovanni Palermo. È un metodo di lavoro che seguiremo anche per il 2024: ci concentreremo sulle piazze di spaccio che creano disagio e degrado”.

Mi viene automatico domandarle: a che punto si è del lavoro?
“È chiaro che le organizzazioni criminali sono sempre pronte a rimettersi in campo.  Ma il fatto che si riesca a colpirle dimostra che c’è un’attenzione dell’autorità giudiziaria che ci dà la possibilità di contrastarle: è chiaro che non possiamo dire che abbiamo debellato le organizzazioni criminali. Che siano state contrastate in maniera efficace, questo, sì. Ma c’è anche un altro aspetto che merita di essere evidenziato”.

Prego.
“C’è molta droga. C’è molta droga che arriva. E le importanti operazioni che sono state condotte, cito una su tutte quella della Guardia di Finanza, sono state determinanti: ma, è chiaro, che se c’è tutta questa droga, c’è anche una domanda. Un disagio che ci impone anzi, che impone a tutti, una riflessione”.

È un dato certamente incontrovertibile. Come quello della malamovida e dei botti esplosi a qualunque ora.
“Devo dire che quest’anno vi sono stati episodi del tutto straordinari, vedi l’aggressione al turista polacco: però, gli autori sono stati individuati. È questo è stato significativo. 
Evidentemente, il fenomeno della malamovida è generalizzato e lo vediamo un pò in tutte le piazze d’Italia. Però, è giusto evidenziare come qui vi sia una forte collaborazione fra tutte le forze di polizia assieme all’amministrazione comunale per poter garantire una sicurezza maggiore.
È anche vero che assieme alle attività di controllo, non si può prescindere dai temi di rigenerazione urbana: una regolamentazione dei luoghi e dei dehors. L’iniziativa dell’amministrazione, di pedonalizzare alcune zone, va nella direzione di far riappropriare le piazze ai cittadini senza ritrovarsi in situazione di criminalità”.

Ne parlavamo esattamente un anno fa: come si esce dal nervo scoperto della dispersione scolastica?
“Guardi, lo dico non senza un minimo di soddisfazione – non fosse altro perché c’è un contributo di tante parti in causa -: noi siamo stati riconosciuti tra venticinque prefetture, una delle cinque che si è contraddistinta per il lavoro ed i risultati ottenuti. Devo dire che talmente sono tante le iniziative e la collaborazione fra tutti, che noi siamo passati da 40 segnalazioni di abbandono della scuola a più di mille.
È un elemento davvero significativo”.

E lei che si aspetta dal 2024?
“Abbiamo un enorme afflusso di turisti per quella che è una città cercata, amata, visitata. E, allora, dobbiamo dare l’immagine migliore della nostra città. E l’immagine migliore non si ha soltanto con le strade pulite ed i palazzi restaurati: ma anche con un senso civico superiore ed una maggiore educazione”.


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