Parla un ex agente della scorta: | "Falcone non era così protetto" - Live Sicilia

Parla un ex agente della scorta: | “Falcone non era così protetto”

Luciano Tirindelli, scampato per miracolo alla strage, racconta delle difficoltà che incontrava la scorta del magistrato, dotata di mezzi obsoleti e inadeguati e non si dà pace: "Se ci fosse stato l'elicottero...".

strage di capaci
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PALERMO – Se quel 23 maggio di 21 anni fa ci fosse stato il ”Poli”, l’elicottero a sorvolare la zona, ”oltre a consentire una visuale completa del territorio, sarebbe stato soprattutto un deterrente”. Non si da’ pace Luciano Tirindelli, scampato per un cambio turno alla strage di Capaci nella quale morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Racconta Tirindelli, 50 anni, in un’intervista a Gianluca Versace del periodico veneto Il Piave: ”Io dovevo essere sulla macchina blindata del ‘Quarto Savona 15′ quando salto’ per aria allo svincolo di Capaci, sull’autostrada Palermo-Punta Raisi. Ci dovevo essere io! Perche’? Perche’ ero io di turno. Ma avevo chiesto un piccolo favore ad Antonio Montinaro, quel giorno: il cambio di turni tra me e lui”. Il velivolo, di cui parla, sarebbe stato una scorta aggiuntiva al magistrato: ”Entrava in azione con il rumore assordante delle pale, ecco, faceva veramente paura, perche’ visto da lontano l’elicottero e’ una cosa ma quanto ce l’hai sopra la testa e’ spaventoso”. L’agente ricorda nell’intervista ”i rapporti difficili con il dirigente della squadra mobile Arnaldo La Barbera”, deceduto nel 2002. ”Se gli chiedevamo di adeguare i mezzi per fare un po’ meglio la scorta avevamo sempre un diniego. Era come sbattere contro un muro. Per esempio, invece di avere la 92 Flash, la nostra pistola di ordinanza che pesava un chilo e mezzo, che con la maglietta d’estate a Palermo – dove fa molto caldo – era difficile da indossare, avevamo chiesto se fosse stato possibile adottare una pistola senza calcio o un revolver da portare piu’ comodamente, da mettere in tasca. Oppure avere degli apparati radio piu’ moderni, perche’ avevamo quelli in dotazione alle classiche volanti”. ”Cercavamo di far capire a La Barbera che la scorta del dottor Falcone, non era come le altre e necessitava di dotazioni adeguate e particolari, uniche come il personaggio scortato. Ma – afferma – ricevevamo sempre una risposta negativa, anche infastidita. Una situazione spiacevole”. (ANSA)


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