"Vi racconto Palermo | vista dai piedi..." - Live Sicilia

“Vi racconto Palermo | vista dai piedi…”

Patrizia La Rosa (foto Roberta Zarcone)

Un sorriso. Un kit completo di tutto. Una signora. E tanta, tanta passione.

PALERMO– Il miracolo del lustrascarpe è la leggerezza. Mentre ci dà dentro col lucido e con la passione, senti il corpo meno pesante, a cominciare dai piedi, come se oltre alla polvere andasse via altro.

Il cielo sopra Palermo è dolce, in una mattina di giugno, intorno non c’è asprezza, solo un panorama di cucchiaini, zucchero, cornetti e sguardi gentili. Spiazzo del Palazzo di giustizia. Il bar. Sono le nove e mezza del mattino. Gli avvocati e i clienti prendono il caffè, tessono strategie, innalzano muri difensivi, disegnano piani di attacco. Ma poi si rilassano. Chiacchierano dei figli, delle mogli, dei mariti. I più audaci allentano la cravatta. Quasi tutti riescono a concedersi una pausa d’umanità.

E poi c’è lei che compie il suo lavoro con amore e senso del sacrificio. Lei, Patrizia La Rosa, ‘lustrascarpe di zona’, messa lì dal progetto ideato da Nunzio Reina, presidente provinciale di Confartigianato per seminare gocce di opportunità in una terra arida. I volonterosi soldati della cooperativa ‘Shoeshine 2.0’ sono sistemati qua e là, come sentinelle del garbo che dal basso risale. “Alle volte – dice – qualche cliente magari si imbarazza, perché sono una donna e non vorrebbe che io mi occupassi della polvere dei suoi mocassini. Di solito riesco a convincere tutti con un sorriso. Sono una persona che si è sempre impegnata a fondo, la fatica non mi spaventa e tutto si può portare a termine con la giusta dedizione”.

Era impiegata presso una ditta di privati: “Dagli anni Ottanta fino a qualche anno fa – racconta -. Ma c’è la crisi, si sa. L’azienda ha chiuso e mi sono dovuta inventare un’occupazione, senza perdermi d’animo. Ho due figli”. Però questa non è la solita storia lamentosa, irta di difficoltà e piagnisteo. Patrizia è gagliarda, ha forza. Si vede dalla tenacia con cui opera. Si nota da come sorride. “Ho visto che c’era questa occasione, mi ci sono buttata e adesso sono qui. Cosa faccio? Cerco di contribuire, nel mio piccolo, al decoro cittadino. Le persone vanno di fretta, scappano, spesso non si soffermano sul loro aspetto esteriore. E quanto è rassicurante incontrare un paio di scarpe in cui ti puoi specchiare…”.

Sorride ancora Patrizia. Intorno, i clienti del bar la osservano con curiosità. Qualcuno si avvicina. Un altro colpo di spazzola e di allegria contagiosa, alla modica cifra di cinque euro. Come vanno gli affari? “Per ora così così – spiega – in giro ci sono soprattutto sandali, calzature estive, suole di gomma. Quattro o cinque clienti, però, vengono ogni giorno. Spero di incrementare il numero con l’autunno, quando tornerà di moda il cuoio. Le donne sono un po’ più timide, ma qualcuna si è lasciata servire”.

Lei, la tenace Patrizia La Rosa, è una delle due signore tra i nove compagni di viaggio. Il servizio è pubblicizzato sui social, le vie per raggiungerlo sono molteplici. E questa è soprattutto la cronaca di una umiltà che rende nobile chi l’ha abbracciata per continuare a credere nel presente e nel futuro, per non smettere di respirare.

Signora Patrizia, scusi, com’è Palermo vista dai piedi? “Una città difficile, con tanti problemi, ma con tanta speranza e con tanta strada da percorrere. E se lo dico io…. Dove sarò tra qualche anno? Le rispondo in palermitano: No sacciu”.

E fa bene annotare quel sorriso che si rinnova e risplende in cima a una spazzola, sotto un cielo addolcito come se una pezza l’avesse riportato al suo chiarore naturale. Tutti strumenti per omaggiare cose che, forse, non sono più di moda: la bellezza del cuoio, la leggerezza del cuore.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI