“Misiani si deve dimettere. E se Bersani non lo caccia, è suo complice: stanno drogando le primarie. Bersani ha perso la testa, sta facendo di tutto per non perdere anche a Palermo”. Nel corso di un’infuocata conferenza stampa, Davide Faraone punta il dito contro il tesoriere nazionale del Pd e i “dirigenti grigi” che stanno condizionando la campagna elettorale, insistendo con la polemica sui finanziamenti che sarebbero arrivati per la campagna di Rita Borsellino. E a supporto delle sue accuse mostra una mail (Nel pezzo la mail intera) inviata da Roma a Tonino Palmeri, coordinatore della campagna di Rita Borsellino, il cui allegato riporta la parola “preventivo”.
“Spettabile società – si legge nella mail – vi trasmetto i dati fiscali per l’emissione del preventivo e della successiva fattura”. E si indicano anche le modalità di pagamento – “a 90 gg. dalla ricezione della fattura” – e chi firmerà il preventivo, ovvero il “tesoriere, legale rappresentante del nostro partito”. Non c’è una copia cartacea del bonifico, ma Faraone assicura che i soldi inviati a Palermo ammontano a circa 40mila euro, di cui 14mila già dati alla società Space.
Una vera e propria sovvenzione, con i soldi del Pd e, dice Faraone, quindi con “quelli dei cittadini, che pagano il sovvenzionamento ai partiti. Ci aspettiamo una serena ammissione di responsabilità, perché qui le cose sono due: o Misiani, che mi accusa di dire falsità e di seminare zizzania, ha agito da solo e Bersani non ne sapeva nulla, e quindi deve cacciarlo, oppure Bersani lo sapeva e la cosa è ancora più grave”. L’ex capogruppo dei democratici a Sala delle Lapidi chiede che arrivi subito una risposta: “Presenterò un esposto al collegio dei garanti e al comitato della tesoreria nazionale, perché questa non è l’unica mail mandata. Sono state interpellate più società di affissione per i manifesti che si vedono ovunque in città. In più, dopo il mio comunicato di ieri hanno chiesto alla società di modificare l’intestazione: dilettanti allo sbaraglio”.
Faraone rivendica di non aver chiesto alcun aiuto elettorale o economico al partito, “ma non posso dare ogni mese 1500 euro al Pd con cui viene poi pagata la campagna a una mia avversaria: ecco perché ho scritto all’Ars chiedendo di non trattenere il contributo mensile dalla mia indennità. Ma la cosa grave è che quelli sono soldi dei cittadini”.
Per il candidato è un maldestro tentativo, dei vertici nazionali, di evitare nuove sconfitte dopo la batosta di Genova. “A Genova, Firenze e Cagliari – dice il candidato sindaco – i partiti hanno messo le zampe su una competizione che dovrebbe essere libera e hanno preso ovunque una scoppola. Il Pd ha un solo candidato iscritto, ovvero il sottoscritto, ma le grandi correnti candidano due che non c’entrano nulla con il partito. Stanno trasformando le primarie in un referendum pro o contro Lupo, pro o contro Lombardo”.
E a chi gli chiede come stia pagando la sua, di campagna elettorale, Faraone risponde: “Chiedo contributi volontari e dopo le primarie renderò noto tutto. Sabato, con Renzi, farò una cena di autofinanziamento: cento euro per sostenermi”. A Rita Borsellino, infine, invia un messaggio: “E’ un punto di riferimento per tutti, una persona degnissima, ma la smetta di presentarsi come la candidata della società civile. E’ la candidata di apparato, sostenuta da tutte le segreterie politiche e dai notabili, e non so se oltre al Pd altri le stanno pagando la campagna elettorale; criticava chi faceva i manifesti e li ha fatti anche lei. Nonostante tutto, non metterò in discussione le primarie, anche se potrei farlo, e sosterrò chi le vincerà”.