Prescrizione salva Don Chiarenza |Il Pm: "Denunce circostanziate" - Live Sicilia

Prescrizione salva Don Chiarenza |Il Pm: “Denunce circostanziate”

Dalla richiesta di archiviazione per prescrizione, emerge il ritratto di Don Carlo Chiarenza: "Un leader carismatico amatissimo e rispettato da tutti i giovani - scrivono i magistrati - un leader che tuttavia risultava ligio alle regole ed ai precetti del Vangelo con alcuni e che, invece, profittava nel peggiore dei modi dell’affetto e della fiducia ripostagli, con altri”.

CATANIA – C’è un nuovo colpo di scena nel procedimento penale per i presunti abusi sessuali che due minorenni avrebbero subito da don Carlo Chiarenza negli anni ’80. Le loro dichiarazioni sono state ritenute dai magistrati “dettagliate, coerenti, circostanziate”, ma c’è il rischio che non si svolgerà mai un processo perché i reati sono prescritti, in quanto risalenti nel tempo; per questo il 16 ottobre la Procura ha presentato richiesta di archiviazione al Gip e i legali di Teodoro Pulvirenti, che ha registrato l’ammissione degli abusi di don Chiarenza, non faranno opposizione.

“Il decorso del termine di prescrizione – si legge nella richiesta – non consente di indugiare oltre al riguardo”. Insomma, stavolta è il tempo sì a sanare le ferite, ma del solo presbitero acese. Perché sulla verità delle dichiarazioni della vittima, se da un lato non ci sarà mai alcun verdetto a confermarle, al momento non c’è alcun elemento che le possa smentire. E sono gli stessi togati a sottolinearlo:  stando agli elementi raccolti  “non possa rimarcarsi – scrivono – la mancata emersione di elementi atti a comprovare la falsità delle accuse”. E ancora: “Giova comunque rilevare che le dichiarazioni rese dalle persone offese sono risultate dettagliate, coerenti, circostanziate e perciò stesso incompatibili con l’invenzione dei fatti narrati”.

Oltre il linguaggio giudiziario, per Giampiero Torrisi, il legale che rappresenta gli interessi di Teo Pulvirenti, i fatti raccontati sono “veri”. Una vittoria di Pirro, forse, ma che in parte era già nelle premesse della denuncia raccolta nel 2012 dal mensile “S” e da La caramella Buona, onlus antipedofilia che ha sede a Reggio Emilia. L’istituto della prescrizione ha impedito che giustizia fosse fatta; ma forse la verità – almeno quella – sarebbe emersa ugualmente. E con lei il ritratto di Don Chiarenza: “Un leader carismatico amatissimo e rispettato da tutti i giovani – si legge nella richiesta –, un leader che tuttavia risultava ligio alle regole ed ai precetti del Vangelo con alcuni e che, invece, profittava nel peggiore dei modi dell’affetto e della fiducia ripostagli, con altri”.

La difesa di Pulvirenti ha già fatto sapere che non proporrà alcuna opposizione alla richiesta di archiviazione formulata dall’ufficio del Pubblico Ministero. Intanto su Chiarenza pende la condanna in primo grado del tribunale ecclesiastico di Napoli, sentenza rispetto alla quale il sacerdote acese è ricorso in appello. In attesa che l’apposita sezione giudicante in seno alla Congregazione per la dottrina della fede e istituita di recente da papa Francesco emetta il verdetto, Chiarenza è diffidato dal vescovo Raspanti a celebrare pubblicamente il culto divino. Provvedimento cautelare rispetto al quale, nelle scorse settimane, lo stesso titolare della sede acese è andato in deroga, destando un caso a livello nazionale.

 


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