CATANIA – “Quante volte ho incontrato Napoli? Ne pozzu cuntari, perché quando… sempre”. Non si possono contare. Usa queste parole Rosario Bucolo, il nuovo pentito. L’ultima gola profonda della mafia catanese. Lo fa per parlare delle volte in cui ha incontrato Francesco Maria Tancredi Napoli, suo amico (almeno in passato) e presunto boss dal ‘Sangue blu’. Detto Ciccio.
Saretto parla dal 9 giugno. Sono tre mesi e mezzo che si racconta alla magistratura catanese, ai Ros e alla squadra mobile. E fa nomi pesanti. Uno è quello di Napoli, certo, forse il più potente di tutti. In realtà Bucolo ha parlato anche del presunto successore di Napoli, Francesco Russo, e la sua testimonianza al processo di primo grado è stata ammessa. Appartenente all’“aristocrazia” catanese, così dicevano i mafiosi – riferendosi alle parentele di Napoli con uno zio detto “cavadduzzu”, che a sua volta sarebbe stato vicino a Nitto Santapaola – e per questo scelto come capo provinciale.
“Quando avevo bisogno di lui…”
Poi però nel 2022 i carabinieri, con un’operazione storica – denominata, con un pizzico di ironia, “Sangue Blu” – quello strano mondo nobiliare lo hanno fatto saltare. In carcere è finito Napoli e con lui tutti i suoi presunti accoliti. Attualmente il presunto boss è in attesa del verdetto d’appello, dopo essere stato condannato a 14 anni in primo grado.
Non è chiaro se i racconti di Bucolo potranno, o meno, entrare nel processo, considerato che si sta per chiudere l’appello. Per il momento però ne ha parlato. Eccome. “Vi vedevate spesso, con una certa frequenza?”, ha chiesto il pm. “Quando io avevo bisogno di lui lo chiamavo e lui veniva subito”.
L’incontro con Santo Missale
Bucolo ha fatto i nomi di coloro con cui è entrato in contatto, di recente, nell’ottobre del 2020. “Chi sono le prime persone con cui entra in contatto?”, chiede il pm. “Con Emanuele Bonaccorsi e basta. Poi era uscito anche Francesco Napoli nel 2019”.
“Il giorno che sono uscito ho parlato con Santo Missale (…) Sono sceso lì sopra al Castello Ursino e ho incontrato a Santo e mi ha spiegato un pochettino com’era la situazione (…) della gestione degli stipendi, di tutte cose che c’era lì sopra, quello che c’era quello che non c’era, però gli ho detto: “Sbrigatela tu perché io sono uscito ora ancora ho la testa confusa dalla carcerazione”(…).
Il retroscena: “C’era Juve-Catania”
In uno dei primi verbali in assoluto, Bucolo parla di sé stesso. E racconta, rispondendo alle domande dei pm, del suo arresto. “La prima volta mi hanno arrestato forse a maggio. Era il 2008. Me lo ricordo perché c’era la partita Juventus-Catania”.
Era l’11 maggio 2008. Nell’interrogatorio, ad ogni modo, la partita viene subito bypassata. “Per quanto tempo viene detenuto?” chiede il pm. “Detenuto per un mese e mezzo, poi sono uscito con gli arresti domiciliari e mi sono fatto altri cinque mesi e mezzo… sono uscito agli inizi del 2029… emh 2009”.

