"Pericolo sanatoria selvaggia" | Allarme del M5S - Live Sicilia

“Pericolo sanatoria selvaggia” | Allarme del M5S

L'assessore al Territorio, Mariella Lo Bello

I grillini attaccano e denunciano il rischio. L'assessorato smentisce, con una nota.

PALERMO – “Una cosa vergognosa”. Giampiero Trizzino, presidente della commissione Ambiente e territorio all’Ars e parlamentare del Movimento 5 Stelle, ha appena iniziato la sua battaglia contro la presunta riapertura del condono edilizio del 2003. Una circolare dell’assessore al Territorio Mariella Lo Bello l’avrebbe autorizzato, ma per lei smentisce: “Parlare di riapertura del terzo condono è molto grave e sta generando falsi allarmismi”. Tutto parte da un parere, reso dal Consiglio di giustizia amministrativa, su di un singolo ricorso straordinario presentato per contestare la demolizione della veranda di un’abitazione privata. Il Cga, in quell’occasione, ha dato parere positivo: il ricorso è valido.

Preso atto del parere, l’assessore al Territorio ha diramato una circolare con la quale, sostanzialmente, “diciamo ai comuni – spiega – che c’è la sentenza, e li invitiamo quindi ad esaminare le pratiche in sospeso: su eventuali pareri negativi rispetto alle richieste di sanatoria, naturalmente, non si discute, ma noi dobbiamo anche salvaguardarci”. Insomma, se tra le richieste di sanatoria ci fossero casi simili a quello per il quale il ricorso è stato accolto dal Cga, secondo la Lo Bello, la Regione siciliana sarebbe costretta a pagare. “Dobbiamo governare i processi, non subirli”, dice l’assessore. Ma “da qui a parlare di maxi condono – precisa – ce ne vuole”. Trizzino, però, non accetta giustificazioni di alcun tipo: “Dicono che sono obbligati – risponde – ma quella del Cga non è una sentenza, solo un semplice parere, e soprattutto non è obbligatorio recepirlo. Aprendo il condono edilizio a tutti gli abusi fatti in zone a vincolo relativo (quelle, cioè, dove si può costruire ma soltanto con le dovute autorizzazioni) viene meno il principio di tutela – per esempio – delle zone a rischio idrogeologico. Ricordiamo il caso di Giampielieri”.

Ma dalle pratiche che adesso potrebbero essere autorizzate, l’assessore al Territorio assicura che sono escluse “tutte quelle che riguardano zone a rischio o con vincoli paesaggistici e archeologici: cioè la maggior parte”. Il numero di pratiche, quindi, sarebbe ben diverso da quello di cui si è parlato in queste ore. Qualcuno ha detto addirittura più di 700.000 in tutta la Sicilia, ma l’assessore smentisce anche questo. “Ciò che è stato denunciato da diversi esponenti del mondo politico , associazioni e ripreso con enfasi da diversi organi di stampa – scrive l’assessore in una nota -, non ha alcun fondamento: il mio assessorato non ha mai avallato interpretazioni sbrigative, né ha mai inteso derogare dalla stretta osservanza della normativa vigente che, chiaramente, esclude in Sicilia qualsiasi possibilità di riaprire i termini per la presentazione di nuove istanze o di riesame improprio di migliaia di casi di abusivismo”.


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