CATANIA. Stracolmo il teatro di Palazzo Scammacca, padrona di casa Clotilde Notarbartolo, per l’ultimo libro della nuovissima casa editrice Phaos, volumi costruiti a mano con carte speciali e dedicati alla fotografia. Il nuovo nato è “URBS” del fotografo romano Dario Sartini, il quale ha viaggiato per un anno sui mezzi dell’Atac diretti verso le periferie, raccontando la Città Eterna tramite i finestrini degli autobus urbani e la sua porzione di nuovi romani in gran parte multietnici dopo una pesante giornata di lavoro.
Lo Scammacca, restaurato dopo decenni di abbandono, aveva ospitato un paio di sere prima un delizioso atto unico sul tema della coppia, firmato da Savio Lemma e per la regìa di Paola Greco, in scena Alice Canzonieri e Sebastiano Tiné, a dimostrare che il centro storico non è solo movida ma anche innovative offerte culturali e a posti sempre esauriti.

La casa editrice e la conoscenza che crea luce
Phaos, che giustappunto in greco dà significato alla luce che proviene dalla conoscenza, rientra tra le avanguardie di questa nuova creativa stagione catanese dopo anni di buio, complicati anche dal dissesto finanziario del Comune.
Tre amici sulla prua della casa editrice: Massimo Siragusa, direttore editoriale e docente di fotografia a Roma, Augusto Ortoleva, progettista creativo che a breve inaugurerà anche fruizione pubblica un grande parco nobiliare, e Pippo Rosalia, grafico raffinato.

Presentata al pubblico la genesi di Urbs
Sul palco, Massimo Siragusa ha reso bene e in poche parole la genesi di “URBS”, una visione opaca e inedita della Capitale tramite il rettangolo-televisore dei finestrini dei bus, a volte gocciolanti di pioggia o imperlati di polvere o di graffiti, per narrare l’alienazione di una porzione di pendolari di ritorno nelle case di periferia oltre i raccordi anulari romani.

Ciò che il sociologo Carlo Collaca dell’ateneo catanese ha definito il tentativo di semplificare la complessità sociale tramite storie singole concentrate in un fotogramma. L’autore Dario Sartini ha raccontato i suoi lunghi mesi come passeggero dei mezzi pubblici per decifrare, tramite i volti dei passeggeri della sera, resi a volte liquidi dallo scatto, dai fari o dalla pioggia, in una Roma sconosciuta ai più. Sui muri del cortile adiacente, le installazioni dell’artista Paolino Costanza che ha elaborato in modi geniali allo scanner le foto di Sartini.