PALERMO. Uno scudo bianco in campo azzurro. Così, nel 1975, Francesco De Gregori, nel suo fortunatissimo “Rimmel”, descriveva il pianista di piano bar protagonista dell’ultimo brano dell’album. A più di venticinque anni di distanza, quell’immagine romantica di un uomo solo nella penombra densa del night appare però ormai parecchio retrò. Almeno in Sicilia. Qui, i pianisti di piano bar, tolto lo smoking, escono fuori dalla nube di fumo degli avventori del locale e si piazzano dritti nei luminosi corridoi degli assessorati siciliani. A suonare? No, macché. Qui, i pianisti fanno i consulenti. Insieme a trombessitsti, dj, e soprattutto fedelissimi del governatore o dell’assessore di turno. Magia delle consulenze. Che in un governo tecnico, non si capisce perché, appaiono indispensabili. Una “radice quadrata” di tecnici così imprescindibile da dover sentire la necessità di sottoscrivere decine di questi contratti, ora al vaglio della Corte dei conti. Sono già 83 quest’anno, 110 nel 2011 e 142 nel 2010. Un ritmo forsennato. Quasi “rock”. Niente a che vedere con le note sguscianti e asimmetriche del jazz da pianobar. Per intenderci, il pianista in questione si chiama Francesco Micali, classe 1988, che tra le precedenti esperienze lavorative vanta di essersi occupato, appunto, di “Pianobar per serate e organista per matrimoni su richiesta”. Ad appena 23 anni, il giovanissimo esperto è diventato un consulente di mamma Regione dopo aver conseguito la maturità classica al Don Bosco di Messina ed essersi iscritto alla facoltà di Giurisprudenza nella città dello Stretto. Ma non ditelo a Lombardo, che sul tema si è spesso inalberato: “E’ scandaloso prendersela con un ragazzo che per arrotondare ha fatto anche altri lavori”. Nulla da dire. Resta da comprendere come non si sia trovato un consulente con titoli un po’ più “solidi” della frequenza di un corso di laurea. La consulenza di Micali, comunque sia, si aggiunge ad un’altra quindicina di chiamate dirette da parte di Raffaele Lombardo per la ricostruzione delle zone alluvionate del Messinese. Ma a distanza di due anni dall’alluvione, la ricostruzione resta in alto mare.
E tra i consulenti regionali nominati in questi anni, a dire il vero, Micali non è l’unico a coltivare una passione per la musica. Carmelo Arcoraci, infatti, è anche uno “strumentista di tromba a livello amatoriale”, come si legge nel suo curriculum. A 34 anni Arcoraci vanta ottime capacità relazionali, certificate da almeno dieci anni di pubbliche relazioni e organizzazione eventi “con le principali discoteche e locali della zona”. Il caso Arcoraci ha fatto clamore anche perché l’esterno lavorava già all’assessorato per il quale ha fornito la sua consulenza: per l’esattezza all’ufficio di gabinetto dell’assessore al Turismo, Daniele Tranchida. Peccato che, alla luce dei tagli ai costi alla politica di cui si discuteva da mesi, a partire dal primo settembre 2011 gli assessori regionali abbiano dovuto ridurre il numero dei componenti degli uffici di diretta collaborazione. È successo così, nel caso di Arcoraci, come in quello di Giada Li Calzi alla Salute o di Basilio Ridolfo all’assessorato Ambiente e Territorio, che gli esterni messi alla porta a causa dei tagli alla politica, siano stati fatti accomodare un’altra volta, passando per la finestra delle consulenze.
Restando in tema di note musicali, tra gli esperti chiamati dalla giunta dei tecnici, c’è qualcun altro che si diletta col pianoforte. Si tratta di Maria Giuseppa Randazzo, chiamata insieme a Giuseppina Licia Nigro all’assessorato all’Agricoltura per occuparsi di un progetto sui consorzi di bonifica. Ma tra l’esercito dei consulenti nominati nel solo 2011, c’è stato spazio anche per il perito tecnico commerciale con la passione per la vela e lo sci alpino. Si chiama Gabriele Amato, anche in questo caso chiamato per l’emergenza di Giampilieri e dei comuni limitrofi. Per Amato, una nomina legata all’innovazione tecnologica, al coordinamento del sistema informatico, alla gestione delle banche dati e del web. Ma l’esterno con la passione per la vela non è nuovo al fascino delle stanze della Regione: dal 2001 al 2004, infatti, è stato all’ufficio di gabinetto dell’allora assessorato all’Industria. Oltre alle ottime capacità informatiche, nel suo curriculum si legge che Amato è in grado di esprimersi “in modo chiaro e preciso”. Nessuna iscrizione all’università, per l’esterno è stato sufficiente un diploma in un istituto tecnico per entrare nelle grazie dell’assessore di turno.
Nel valzer delle nomine è finito anche Cosimo Aiello, già noto per essere diventato uno dei baby pensionati della Regione grazie ai privilegi della legge 104, tornato all’assessorato alla Funzione Pubblica guidato da Caterina Chinnici a titolo gratuito. C’è poi il caso di chi è rimasto fuori dai corridoi della Regione soltanto per 24 giorni, salvo poi tornare nuovamente in sella. È il caso di Giuseppe Italia, chiamato all’Istruzione da Mario Centorrino per una consulenza sulla pubblica istruzione alla luce della normativa statale di riforma del settore. Già dirigente regionale, Italia è andato in pensione il 1° maggio 2011, ma il 25 dello stesso mese è stato richiamato in assessorato.
E alcuni consulenti sono apparsi così necessari, da somigliare a dipendenti della Regione. Il loro rapporto con gli assessorati o con la Presidenza, infatti, in alcuni casi è stabile da mesi, o anni. E la somma sborsata dall’amministrazione regionale, per alcuni di loro, sfiora (o sfora) i centomila euro.
È iniziato nel giugno del 2009 e si concluderà (forse) nell’ottobre del 2012, ad esempio, il rapporto di consulenza tra Angela Fundarò e il presidente della Regione Raffaele Lombardo. Dopo una serie di incarichi rinnovati di volta in volta, tutti per l’emergenza delle zone alluvionate del Messinese, per un costo complessivo di circa 55 mila euro per 28 mesi (una media di duemila euro al mese), il governatore ha pensato bene di trasformare quella consulenza “costante” in un vero e proprio stipendio: duemila euro al mese, appunto, da corrispondere fino all’ottobre del 2012. E a essersi guadagnati uno stipendio-consulenza, sono altri esperti del Presidente, tutti incaricati di approfondire del nubifragio che ha colpito i comuni in provincia di Messina come Felice Zaccone (duemila al mese, dopo averne guadagnati 36 mila tra il marzo del 2010 e l’ottobre del 2011), Dario Maria Rocco La Fauci (anche per lui duemila euro al mese, e sessantamila euro già incassati tra nei due anni precedenti) oltre al già citato Micali.
Passando in rassegna gli incarichi di consulenza attribuiti nel 2009, si scopre la presenza di mezzo governo: da Mario Centorrino a Gaetano Armao, passando per il dimissionario Andrea Piraino, non è raro il passaggio dal rapporto di consulenza al governo regionale.
E del resto, che le consulenze finiscano per “costeggiare” l’esecutivo, non è una novità. Negli ultimi due anni, il governatore ha potuto contare su un vero e proprio “ufficio di gabinetto parallelo”. Si tratta di un gruppetto di professionisti che fin dal gennaio del 2009 sono stati di volta in volta destinatari di incarichi di consulenza da parte della Presidenza della Regione o dell’assessorato alla Presidenza. È il caso ad esempio di Antonio Andò, consulente dal primo giorno del 2009 fino all’ultimo del 2011 (finora). Per lui, in due anni ecco una somma di circa 85 mila euro. Stesso discorso, euro più euro meno, per Giuseppe De Santis, consulente della Regione dal maggio del 2009, con l’incarico di esperto nella programmazione dei Fondi strutturali comunitari e statali, ha incassato per questo lavoro oltre 110 mila euro in poco più di un anno e mezzo. Pietro Garonna, invece, in questa legislatura, è consulente dal primo gennaio del 2009: si occupa di politiche sociali. I suoi incarichi, via via rinnovati, hanno fruttato all’esperto circa 55 mila euro in due anni. E infine, ecco il consulente alla comunicazione Biagio Semilia. Per lui, un rapporto più “breve”: la prima consulenza è del maggio del 2010: 61 mila euro circa la spesa complessiva della Regione. E qualche dubbio su possibili conflitti d’interesse legati alla sua presenza nella Server srl, società che gestisce corsi di Formazione professionale finanziati dalla Regione e in società cui fanno capo un quotidiano online e un mensile d’inchiesta.
All’Economia, invece, l’incarico conferito ad Alberto Stagno d’Alcontres ha “inaugurato” il 2012. è stata la prima consulenza del nuovo anno, infatti, quella ricevuta dall’ordinario di diritto commerciale, che presta la sua opera alla Regione dal 20 maggio del 2011 e continuerà a farlo almeno fino al primo gennaio del 2013. Per lui, che si occuperà del complicato processo di riordino delle società partecipate, ecco complessivamente 62 mila euro.
E al gusto della consulenza, non resistono nemmeno gli assessori di fresca, freschissima nomina. Come Francesco Aiello, capace di nominare, appena insediatosi, tre nuovi consulenti in dieci giorni. Mentre l’assessore ai Beni culturali, Amleto Trigilio è riuscito persino a spingersi oltre i confini della legislatura: il suo consulente, Andrea Corso, dovrà lavorare fino al primo novembre. Quando Trigilio non ci sarà più, così come il resto del governo. Davvero, il “vizio” delle consulenze non ha limiti. Nemmeno quelli di tempo.