"Picchiata, seviziata e stuprata" |Notte maledetta alla guardia medica - Live Sicilia

“Picchiata, seviziata e stuprata” |Notte maledetta alla guardia medica

Nelle motivazioni del Gup sono ricostruiti gli attimi di inaudita violenza.

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CATANIA – Sequestrata per oltre due ore e violentata. Nelle motivazioni della sentenza della giudice Giuliana Sammartino si ripercorre minuto per minuto quella notte maledetta del 19 novembre 2017 alla guardia medica di Trecastagni. Alfio Cardillo, condannato a 8 anni in primo grado, si è presentato davanti all’ambulatorio alle 23.30. La dottoressa ha aperto: lo conosceva. Ma non ha avuto nemmeno il tempo di entrare che l’ha afferrata al collo, le ha strappato i vestiti di dosso, l’ha picchiata (calci, pugni, schiaffi) e poi dopo i suoi tentativi (vani) di resistenza l’ha stuprata. La donna è riuscita a scappare dopo una distrazione del 27enne ed ha urlato aiuto.

Fortunatamente qualcuno ha sentito quel grido ed ha chiamato i carabinieri. I militari sono arrivati alla Guardia Medica e hanno trovato la dottoressa nuda, sconvolto e con diversi lividi al volto e al collo. Alfio Cardillo è stato trovato nell’ambulatorio con i pantaloni neri indossati al contrario. “Ho fatto una minchiata”, ha detto ai carabinieri. Poi nell’udienza di convalida Cardillo ha ammesso la violenza. “Dichiarava di aver bevuto whisky e assunto bustine di Oki per calmare il mal di denti”, si legge nelle motivazioni della sentenza. Poi è andato alla guardia medica e dopo che “la dottoressa le ha fatto una puntura di antidolorifico” sono accaduto “cose brutte”. Le telecamere registrano alcuni momenti. Immortalata la violenza inaudita. Scene raccapriccianti, aberranti, agghiaccianti. La donna è stata anche seviziata.

Nelle motivazioni, si argomenta anche sullo stato mentale dell’imputato. Nelle conclusioni della consulenza peritale depositata in sede di incidente probatorio si afferma che “al momento della commissione del fatto configuratosi come reato, fosse affetto da intossicazione alcolica, tal patologia, non interferendo con la capacità di comprendere e autodeterminarsi, lo rendeva capace di intendere e di volere al momento dei fatti”. Una valutazione che non cambia nemmeno quando si porta a conoscenza – su documentazione della difesa – che Cardillo nel 2015 era stato sottoposto al Tso. Per il consulente il dato “non intaccava in alcun modo le sue conclusioni”. La Gup ha infine condannato Cardillo per violenza sessuale aggravata, sequestro di persone e lesioni personali. Ma questa storia dell’orrore non si è conclusa. La difesa, l’avvocato Luca Sagneri, sta già lavorando all’appello.


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