PALERMO- Ci sono persone che sarebbero indimenticabili in qualunque ruolo e con qualsiasi posizione. Se Piersanti Mattarella – presidente della Regione, ucciso dalla mafia per la sua limpida incorruttibilità – avesse fatto, di mestiere, il capostazione, tutti avrebbero ricordato la sua faccia cordiale, da siciliano di mare aperto, sotto il berretto rosso. Per innegabile carica umana.
Lo stesso vale per Sergio Mattarella, fratello di Piersanti e attuale Presidente della Repubblica, se fosse rimasto il professore universitario che era. La vita che hanno scelto li ha destinati in un altrove per cui possiamo manifestare una sincera riconoscenza.
Ed è sicuramente il segno di una vicinanza mai dismessa l’incrocio della cronaca di ieri. L’inaugurazione della bellissima mostra su Piersanti, nel giorno in cui Sergio, il Capo dello Stato, ‘faceva notizia’ per un ricovero programmato, fonte di gazzettini imprecisi e apprensione, prima del dispaccio rassicurante.
La mostra su Piersanti
Essere fratelli declina il felice paradosso – in questo caso lo fu – di un legame non scelto, trasformabile in perennità. Per noi che abbiamo visto – e ne siamo stati presi a schiaffi – una celebre foto scattata da Letizia Battaglia, nel giorno dell’attentato, incancellabile resterà il corpo inerte di uno, stretto dalle braccia dell’altro. Solo chi c’era conosce il peso esatto della trama di quelle due figure indissolubilmente intrecciate.
E di fotografie parliamo ancora, delle duecento immagini, la maggior parte inedite, che compongono la mostra su Piersanti Mattarella, presentata ieri, nel grumo tra figura pubblica e affetti privati. Titolo programmatico: ‘Il sogno spezzato-l’orizzonte politico e familiare di Piersanti Mattarella’. Si può visitarla, da oggi, a Villa Zito, fino a domenica, dalle 10 alle 18, con apertura straordinaria il 20 e 21 aprile, domenica di Pasqua e Lunedì dell’Angelo.
Il racconto curato dalla Fondazione Sicilia, con il coordinamento generale di Sergio Intorre ed Elvira Terranova e la collaborazione di Bernardo Mattarella, include anche testi e video a cura di Giovanni Grasso, biografo del presidente della Regione. Gli scatti sono stati tratti dagli album della famiglia, assemblati in tempi poetici, quando il selfie non esisteva.
Il coraggio e la scelta
“È con profondo apprezzamento che saluto l’inaugurazione di un’iniziativa di straordinario valore culturale e civile per la nostra comunità e per l’Italia intera – ha detto il presidente della Regione, Renato Schifani -. Particolarmente lodevole è la scelta di presentare non solo il politico di alto profilo, ma anche l’uomo, con i suoi affetti familiari e la sua dimensione più intima. Questo approccio consente di cogliere le radici profonde del suo impegno e la coerenza tra i valori personali e l’azione pubblica che ha sempre contraddistinto il suo operato”.
L’impegno fino al sacrificio ha consegnato Piersanti Mattarella alla galleria dei martiri. Gli scorci che trapelano, dalla tenerezza privata, aumentano, se possibile, l’ammirazione preesistente in calce al coraggio di un uomo.
Nessuno è una statua. Dietro ogni corpo che cade, c’è qualcuno che piange, qualcuno a cui dire addio. Qualcuno destinato a rimpiangerti. Qualcuno che ti stringe, per l’ultima volta, col desiderio impossibile di non lasciarti andare via.