CATANIA – Lo tsunami elettorale che si è abbattuto sul Pdl un istante dopo lo spoglio del voto regionale, non ha ancora esaurito la sua onda. Dopo il responso, impietoso, degli elettori ecco scatenarsi la prevedibilissima faida interna al partito. Il Pdl ed i suoi dirigenti si guardano allo specchio ed all’improvviso scoprono di essere diventati brutti da vedere: nemmeno il lifting dal sapore popolar-vintage imbastito in fretta e furia in campagna elettorale pare essere servito a garantirsi un minimo di effetto seduzione agli occhi del popolo siciliano. E così alle dichiarazioni al veleno del presidente uscente all’Ars, Francesco Cascio, sulle condizioni del partito e dei suoi vertici, arriva a stretto di giro di posta attraverso le colonne di Livesicilia la replica di uno stizzito Pino Firrarello, da sempre leader di riferimento essenziale per i berluscones del versante orientale dell’isola. Firrarello parte proprio da Cascio per finire con un messaggio criptato indirizzato alla magistratura a proposito dello stato patrimoniale di “alcuni soggetti politici”.
Senatore, non la sentiamo di buon umore.
“E perché dovrei esserlo? Voi della stampa lo avete capito che siamo in presenza di una persona che non ha capito nulla? Anzi, mi correggo, che non ha capito assolutamente nulla?”.
Allude a Francesco Cascio?
“Certo che mi riferisco a lui. Il responso degli elettori ci costringe ad una riflessione seria e lui che contributo sta dando, invece? Dov’era nascosto lui che per sette anni da assessore e da presidente non ha mai messo carburante nella macchina? Porta dieci mila voti: si dovrebbe vergognare. Vada in convento a riflettere e poi parliamo”.
Il suo è un attacco forte.
“Per niente. Comunque, se Cascio ha bisogno di un medico glielo procuro io. Quello che colgo in queste persone è che non hanno capito un bel nulla di quello che è successo perché vivono nel loro bel pianeta. E questo è un fatto inaccettabile”.
Lei parla, al plurale. Dunque, non si riferisce solo a Cascio?
“Stessa cosa di Cascio la sta facendo la Prestigiacomo. Una che non esiste più, che ha fatto per dieci anni il ministro e che oggi non ha prodotto numeri. Però, parla e critica. Allora: o si ritira oppure si rimbocchi le maniche e lavori. La situazione è altamente drammatica e loro che fanno? Se ne escono con una battuta ad effetto. Si devono solo vergognare”.
Il fatto è che voi da qualcosa dovrete pur ripartire.
“Guardi, mi prometta che scriverà quello che sto per dirle”.
Certo, dica pure.
“L’unica cosa dalla quale dobbiamo ripartire è l’umiltà. Da quella dobbiamo ripartire. Da una umiltà che abbiamo smarrito e che dobbiamo recuperare subito, anzi, immediatamente. E’ questa la priorità. Ed assieme a questa anche la necessità di stilare un programma sul quale lavorare per tornare a confrontarci con la gente anziché stare a sputare sentenze”.
Qualcuno potrebbe obiettare che non siete nelle condizioni di riuscirci, almeno per adesso.
“Se c’è qualcuno che la pensa così, allora è inutile anche stare a parlarne. Io penso, invece, che abbiamo ancora la possibilità per farlo. Dobbiamo scegliere persone credibili e dobbiamo anche avere tanta pazienza perché i problemi sono tanti e la gente deve vedere in noi coloro i quali risolvono i problemi anziché farsi i propri affari”.
Forse, una delle questioni più spinose all’interno del Pdl resta quella di trovare le persone adatte: sono rimaste così poche?
“Secondo me no”.
Ci faccia qualche nome, senatore.
“Ad esempio, uno come Nuccio Condorelli, che è stato lasciato da solo, ha saputo parlare alla gente ed ha ottenuto un grande risultato. Oppure, lo stesso La Via che nonostante avrebbe potuto defilarsi, ha deciso di scendere in campo per il bene del partito”.
C’è, inevitabilmente, da ricucire lo strappo non solo con i vostri elettori ma anche con la gente in generale: come contate di riuscirci?
“Come lei ben sa, io sono anche sindaco di Bronte. Io vivo a stretto contatto con i problemi della gente ed allo stesso tempo tocco con mano ogni giorno le difficoltà dei Comuni. Io parlo con la gente, mi confronto con loro e so a che punto siamo arrivati. Per cui, l’invito che faccio al mio partito è: sediamoci e ricominciamo a lavorare con umiltà. Sennò, ognuno per la sua strada”.
Addirittura dare vita ad un eventuale strappo? Allora, la situazione è politicamente davvero drammatica?
“Ognuno è responsabile delle cose che fa. Così come resto del parere che la magistratura e gli organi di controllo dovrebbero prendersi la briga di ricostruire il bilancio patrimoniale degli ultimi venti o trent’anni di alcuni soggetti politici”.
E perché?
“Perché? Perché certe persone farebbero bene a stare zitte. E mi fermo qui”