CATANIA – “L’Europa è una grande costruzione che finora ha dato pace e diritti. Non era scontato che fosse così. Ma la vicenda ucraina, lo si è visto, fa riemergere pericoli e inquietudini connesse all’allargamento dell’Unione a Est”. Giovanni Pistorio, segretario regionale dell’Udc e candidato all’europarlamento nel cartello con l’Ncd di Angelino Alfano, non ha dubbi: il sogno europeo va continuato. Non senza revisioni, però: “Qualcosa deve tuttavia cambiare, l’Europa deve guardare meno alla finanza e più alla politica. Puntando alle specificità dei diversi territori. A cominciare dall’area mediterranea. Le politiche tedesche hanno strangolato le nostre economie. Tutto ciò va rivisto. Assieme ai parametri del Fiscal compact e a quelli di bilancio, troppo rigorosi”.
A patto che lo sbarramento sia superato, giusto?
“Ce la faremo. Non ci sono dubbi. Siamo di molto sopra. Il nostro progetto politico ha una sua credibilità, una sua coerenza e guarda alla prospettiva di un Partito popolare che sappia superare particolarismi e piccole sigle. Finalmente una casa forte e solida, con la quale competere per il governo del Paese”.
E con la concorrenza interna di Giovanni La Via, come la mettiamo?
“Guardi, è una bella lista, fatta bene. I competitori sono tutti di valore. La Via è un ottimo tecnico. Ho poi un rapporto di amicizia fortissimo con Cascio. La mia squadra è tuttavia con Patrizia Valenti, una donna autorevole. Mi sto divertendo tantissimo. E sicuramente voglio vincere”.
Torna lo scudocrociato. Vecchie anime della Dc di nuovo assieme. Una foto amarcord senza Raffaele Lombardo, non trova?
“Gli voglio bene. Ma l’esperienza politica che ci riguarda si è conclusa nel 2012, per ragioni politiche e personali. Ero sicuro che Lombardo sarebbe tornato tornato nell’alveo berlusconiano e così poi è accaduto. Lui, con i suoi amici, sono oggi impegnati in Forza Italia. Non è quella la mia prospettiva. Io il rapporto con Berlusconi lo subivo, mentre per lui era un’opzione possibile”.
Meglio, allora, il centrosinistra di Crocetta?
“Quella è un’altra storia. Oggi sto bene dove sto, in un partito d’ispirazione cristianodemocratica. Sarà dunque importante il successo della componente Udc all’interno di questo cartello, affinché il progetto diventi quello del Partito popolare. Se ci fosse un’espressione troppo forte dell’Ncd, rischieremmo uno sbilanciamento verso centrodestra. Il nostro successo garantisce un indirizzo politico popolare. La mia candidatura è ispirata a questo”.
Un successo che si riverbererebbe anche alla Regione siciliana?
“Dopo queste elezione si aprirà sicuramente una discussione. Molto dipenderà dai rapporti di forza. In politica è corretto che sia così. La democrazia ha le sue regole. Le elezioni servono a definire il peso dei partiti. La discussione sarà anche sul progetto. Abbiamo sostenuto Crocetta in vista di un’azione riformatrice”.
Non in molti l’hanno però percepita.
“Diciamo che non tutto ha funzionato. Credo che sia necessario un confronto non tanto sui nomi, sul rimpasto, che non abbiamo mai cercato, ma sui contenuti. Il nostro rapporto con gli amici di Ncd prelude ad una relazione più impegnativa su tutti i piani”.
Allude ad un allargamento della maggioranza?
“Sì, può consentire a rafforzare il governo, a dargli maggiore razionalità. Per non parlare poi della minore improvvisazione e alla minor ricerca del consenso dei singoli deputati. Insomma, si avrebbe un governo dalla maggioranza solida”.
Non chiede forse troppo all’Ncd?
“Non c’è nulla di anomalo. Ncd e Udc sostengono già Renzi in un progetto di riforma del Paese. Dove, sì, è trainante l’esperienza del Pd. Ma senza i popolari, questa stagione non avrebbe sviluppi”.
Quindi?
“Tutto dipende dal nostro risultato alle europee e dalla volontà degli amici di Ncd di assumersi la responsabilità di governo assieme a Crocetta. Non significa cambiare schieramento. Ma contribuire con noi ad una stagione riformatrice in Sicilia”.