Pitruzzella contro le bufale nel web | “Serve un'Autorità di controllo” - Live Sicilia

Pitruzzella contro le bufale nel web | “Serve un’Autorità di controllo”

Il presidente dell'Antitrust chiede all'Ue di combattere le "fake news".

Dal Financial Times
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3 min di lettura

Di James Politi, sul Financial Times del 30 dicembre 2016, pag. 3

Il capo dell’Antitrust dell’Italia ha proposto che gli Stati membri dell’UE istituiscano un network di agenzie pubbliche per combattere le fake news (le “bufale” ndr). Giovanni Pitruzzella ha detto che la regolazione dell’informazione falsa si Internet è compito dello Stato piuttosto che di società che gestiscono social media come Facebook.

In un’intervista con il Financial Times Pitruzzella, a capo dell’Autorità per la concorrenza italiana dal 2011, ha sostenuto che i Paesi europei dovrebbero introdurre delle agenzie indipendenti – coordinate da Bruxelles e modellate sul sistema delle agenzie antitrust – che dovrebbero rapidamente qualificare certe notizie come fake news, rimuoverle dalla circolazione e imporre delle multe se necessario.

“La post-verità è una delle forze che spinge il populismo ed è una delle minacce alle nostre democrazie”, ha detto Pitruzzella. “Ci troviamo ormai ad un bivio: dobbiamo scegliere se lasciare Internet così come è adesso, una specie di Far West, oppure se c’è bisogno di regole adeguate al modo in cui la comunicazione è cambiata. Io penso che è necessario elaborare queste regole e che questo sia compito del settore pubblico”.

La richiesta di Pitruzzella viene in un momento di crescente preoccupazione sull’impatto delle fake news sulla politica delle democrazie occidentali, ivi incluso quest’anno il voto dell’UK su Brexit e le elezioni negli Stati Uniti. In Germania, che affronterà le elezioni del Parlamento nel 2017, il Governo ha in programma una legge che imporra sanzioni fino a 500.000 euro alle compagnie di social media che distribuiscono fake news.

Paolo Gentiloni, il nuovo Primo ministro di centro-sinistra in Italia, è stato vittima di un imbroglio nei suoi primi giorni di governo questo mese, quando un articolo falsamente riportava che egli avrebbe detto che gli italiani meritavano di imparare a fare sacrifici. Alleato di Matteo Renzi, il precedente Primo Ministro, si è anche lamentato che le fake news hanno contribuito alla sua sconfitta nel referendum di dicembre sulla riforma costituzionale, che ha portato alle sue dimissioni, anche se ha perduto con un abbondante venti per cento di margine percentuale.

Facebook ha risposto alle critiche secondo cui avrebbe facilitato la diffusione di fake news, facendo dei passi per rendere più facile individuare le false informazioni. Dopo che un’accusa di fake news sia stata verificata da una terza parte che controlla i fatti, l’articolo sarà ridotto di rilievo nel complesso algoritmo usato dal social media per visualizzare i post.

Ma Pitruzzella ritiene che sia inappropriato lasciare questo compito soltanto all’autoregolazione dei social media.

“Piattaforme come Facebook hanno creato grandi benefici per le persone e per i consumatori: essi stanno facendo la loro parte come imprese nell’adottare politiche che attraverso modifiche dell’algoritmo possano ridurre questo fenomeno”, lui dice, “ma non è compito di un’entità privata controllare la correttezza dell’informazione. Storicamente è un compito dei pubblici poteri. Essi devono garantire che l’informazione sia corretta. Non possiamo delegare completamente ai privati questo compito”.

Pitruzzella risponde alle preoccupazione secondo cui mettere in piedi un sistema di agenzie per monitorare fake news introdurrebbe una forma di censura, dicendo che le persone potrebbero “continuare a usare un internet libero e aperto”. Ma aggiunge che ci sarebbe un beneficio se ci fosse una “terza parte” pubblica – indipendente dal governo – che possa “intervenire rapidamente quando fondamentali interessi sono minacciati”.

Al momento, l’unico modo per affrontare le fake news – almeno in Italia – è attraverso il sistema giudiziario, che è notoriamente lento. “La velocità è un elemento critico”, dice Pitruzzella.

Il movimento anti-establishment Cinque Stelle è spesso etichettato come il principale facilitatore delle fake news in Italia, attraverso il blog del suo fondatore, Beppe Grillo, e il network degli altri siti web affiliati al partito.

Ma Pitruzzella non li vuole indicare come i principali colpevoli. “Non so se questo è vero, e io non voglio criticare nessuno, neppure il Movimento Cinque Stelle. Ma credo che se non ci sono regole molti possono trarre vantaggio da ciò”.

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